Ghemon riprende "Inguaribile e romantico", uno dei pezzi di punta del suo ultimo disco "Scritto nelle stelle" e gli dà una luce nuova duettando con Malika Ayane. "E' un brano a cui sono particolarmente legato e volevo che avesse un gemello che desse sensazioni nuove - dice a Tgcom24 -. La voce di Malika è stata perfetta"
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Indicata unanimemente come uno gioielli dell'ultimo lavoro di Ghemon, "Inguaribile e romantico" esprime la volontà di due amanti di mettersi a nudo, di riconoscere le proprie fragilità e da queste ripartire per superare insieme le difficoltà. In un dialogo dolce ma incalzante, la coppia riconosce l’uno nell’altra la propria forza, il proprio coraggio, il desiderio di ritrovare un equilibrio perduto tra le mille parole già dette, quando stare in silenzio sarebbe bastato per riconoscere l’amore, il rispetto reciproco e la volontà di continuare a camminare insieme.
Quando è nata la voglia di rimetterci mano?
Io non riascolto mai i miei dischi prima di un tot di tempo. Quindi lo avevo lasciato sedimentare. Poi un giorno, durante l'estate ho deciso di riascoltarlo e mi sono accorto che quello era un brano a cui volevo dare una luce nuova. E quando ho deciso di farlo ho pensato subito a Malika.
Siete molto amici?
In realtà devo confessarti che nonostante la stima e lo scambio di numeri di telefono tra me e lei non c'era una grande confidenza. Non si era mai andati oltre una simpatia. Ma nella sua voce ho sentito una sensazione molto precisa.
E come le hai chiesto di collaborare?
Ricordo molto bene. Ero andato in palestra. Sono uscito, erano le 10 del mattino, e ho deciso di chiamarla. O la va o la spacca. Ho cercato di farle capire quanto il brano fosse calzante per lei, quanto il suo apporto avrebbe potuto farlo crescere. Anche perché credevo che questo fosse un brano simbolico per il periodo che abbiamo attraversato perché quello è un ringraziamento particolare, non è un "perdonami per tutti i difetti che ho" ma piuttosto un "grazie perché mi accetti così e mi sostieni".. Ed è andata bene.
Come mai riascoltando il pezzo hai sentito il bisogno di dargli una luce nuova: cosa mancava alla versione dell'album?
In realtà volevo ci fosse un suo gemello con un'altra vita. E' un brano a cui tengo particolarmente, parla davvero di me. Ma volevo ci fosse uno scambio. Se togliamo la versione di "Rose viola" fatta con Diodato e i Calibro 35 nei miei dischi non ho mai fatto collaborazioni. Questo passo verso Malika è stato fatto perché credevo davvero che potessimo creare qualcosa di bello.
Con Malika avete lavorato a distanza o siete riusciti a trovarvi in studio?
Abbiamo lavorato in presenza anche perché lo abbiamo fatto quest'estate, quando ancora non eravamo zona rossa. Ci siamo trovati io, lei e Antonio Filippelli che è l'autore della musica di questa traccia. Credo che sia stato un momento bello per entrambi. Era tempo che non stavo in studio con un'altra persona e lo scambio umano ha reso tutto più facile.
Malika ha definito questo pezzo rivoluzionario per il modo in cui affronta una storia d'amore. Per te cosa rappresenta?
Ricordo molto bene il giorno in cui l'ho scritta, anche perché è stata la prima canzone a nascere di questo album. Ero particolarmente ingarbugliato quella mattina, ero nervoso e vedevo negli occhi della mia ragazza profonda comprensione e voglia di aiutarmi, di accompagnarmi oltre queste sensazioni senza giudicarmi. Quindi era per me un ringraziamento per quello che mi dava al di là dell'amore.
Il tuo album, al quale hai lavorato a lungo, è uscito in pieno lockdown primaverile, con tutto ciò che questo comporta: niente tour, promozione ridotta. Come hai vissuto questa cosa?
Tutti i momenti difficili che ho affrontato in passato mi hanno aiutato a essere più pronto a un periodo come questo. Vista la situazione da subito ho fatto un patto con me stesso: non mi sarei lamentato ma avrei provato a guardare avanti. Comunque questo è un disco concreto, non con una data di scadenza. E' lì, può accompagnare le persone e macinare numeri sul lungo periodo, ci credo in quello che ho fatto. E poi ne scriverò un altro e magari quando le persone inciamperanno in quello nuovo riscopriranno anche il precedente.
Nel periodo del lockdown hai approfittato dell'isolamento per scrivere qualcosa?
No, anche perché il disco era appena uscito e abbiamo comunque fatto tante cose. Dalle interviste e le conferenze a distanza agli instore online con i fan, una cosa che, dico con un po' di fierezza, ho fatto per primo. E poi difficilmente scrivo quando sto vivendo una cosa. Ne ho approfittato per riflettere, apprezzare quello che avevo. Molti hanno sfruttato questo momento per sistemare le cose che non andavano, qualcosa che sarebbe stato impossibile fare se, con la vita frenetica che abbiamo, non ci fossimo fermati un attimo. Quindi ho cercato di prendere anche il buono di quanto è successo.