Dapper Dan tra le persone più influenti dell'anno: "Tutto inizia dalla rissa di Mike Tyson.."
Icona della moda anni Ottanta, ecco un profilo di un personaggio piuttosto controverso
Le botte da orbi tra Mike Tyson e Mitch Green. Se provaste a chiedere a Dapper Dan qual è la cosa più incredibile che abbia mai visto, risponderebbe così. Era il 1988 e la rissa tra i due pugili era avvenuta proprio all'interno del suo negozio di New York, che aveva tra i clienti anche i rapper Jay-Z e LL Cool J. Icona della moda anni Ottanta e dello "street style", al secolo Daniel Day, oggi 76enne, è tra le 100 persone più influenti del 2020 secondo la classifica del magazine Time. Ma anche un personaggio dal passato piuttosto controverso...
Dapper Dan in total look Gucci
UNA FIGURA CONTROVERSA - Il mondo di Dapper Dan ha sempre ruotato intorno al suo quartiere, Harlem, che definisce "la Mecca della moda e della musica nera". È in quelle strade che va a camminare quando ha bisogno di ispirazioni. È da lì che ha mosso i primi passi, che lo hanno poi reso reso una celebrità in tutto il mondo. Ne ama la diversità e oggi ne vuole trasmettere la storia. Lo ha rivelato lo stesso couturier allo staff di Pitti Immagine Uomo, che lo ha intervistato per il progetto "Around the World with Pitti". Figura piuttosto controversa: basti dire che avrebbe aperto il suo primo store nel 1982 con i soldi del gioco d'azzardo e l'uso illegale dei loghi di maison come Gucci, Fendi e Louis Vuitton, stampate "all over" sulle sue creazioni, ha contribuito a renderlo famoso. Il fatto gli costò contenziosi legali per la contraffazione, oltre alla chiusura del negozio. Fino a quando, nel 2017, Gucci ha avviato una collaborazione con lui, per una linea di abbigliamento uomo e lo ha reso protagonista della campagna #GucciTailoring.
AAA EROI CERCASI - Dapper Dan continua così a dettare il suo stile, mentre lavora anche alla seconda parte del suo libro autobiografico. Che potrebbe diventare un film. Alla domanda con chi vorrebbe collaborare, risponde Virgil Abloh, direttore artistico di Louis Vuitton. "Perché penso che la comunità di colore abbia bisogno di eroi - dice sempre nell'intervista ad "Around the World with Pitti" -. Io e lui potremmo fornire una piattaforma collettiva di eroi a cui aspirare".
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