La Gdf de La Spezia ha eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare di cui 7 in carcere e uno ai domiciliari e hanno sottoposto a sequestro oltre 900mila euro in un'operazione condotta tra Spezia, Savona, Ancona e Carrara, disarticolando una banda dedita al caporalato. Nel mirino una società con oltre 150 dipendenti, perlopiù extracomunitari minacciati, picchiati e offesi e pagati 4 o 5 euro l'ora, che realizzavano super yacht.
I capi, approfittando dello stato di bisogno, sotto-retribuivano gli operai con una paga fissa di 4 o 5 euro l'ora, impiegandoli, senza soluzione di continuità, in lavori pesanti e anche pericolose, come la saldatura, la stuccatura e la verniciatura di imponenti yacht e super yacht. In caso di malattia, compresi i casi di positività al Covid, i lavoratori bengalesi non percepivano alcun pagamento.
Grazie alle indagini capillari, la Gdf ha scoperto il particolare sistema adoperato dai caporali: tutte le buste paga e i relativi versamenti risultavano, ad un primo controllo, conformi ma una volta pagate le buste paga con bonifici bancari, pretendevano, anche con l'uso della violenza e la minaccia della perdita del posto di lavoro, la restituzione, in contanti, di parte dello stipendio costringendo gli operai a continui prelievi al bancomat. Il meccanismo era stato studiato da un consulente del lavoro di Ancona che predisponeva false buste paga con il minimo dei contributi previdenziali.
Il gip ha disposto la custodia cautelare nei confronti degli 8 membri della banda e il sequestro dei beni a loro riconducibili, per un valore di circa 1 milione di euro, tra quote societarie, immobili e autovetture. Misura cautelare del "controllo giudiziario" nei confronti dell'azienda che sfruttava gli operai, per salvaguardare la posizione lavorativa delle maestranze.