Dopo l'annuncio dell'azienda farmaceutica Pfizer sull'efficacia del vaccino per il coronavirus, le speranze per la fine della pandemia sembrano più realistiche. Oltre alla produzione, sono però molteplici le problematiche che i singoli Paesi si troveranno ad affrontare: il numero di dosi, il trasporto, la distribuzione, la somministrazione e la conservazione. Per questo il ministro della Salute, Roberto Speranza, si starebbe già muovendo per non trovarsi impreparati in futuro.
Secondo quanto riporta La Repubblica, si sarebbe svolta a fine ottobre una video-conferenza segreta tra Speranza e i vertici del colosso farmaceutico. L'obiettivo della riunione è stato quello di pianificare tempistiche, dettagli tecnici e logistici per avviare la vaccinazione anti-Covid di 1,7 milioni di italiani già a partire dalla seconda metà di gennaio 2021.
Se, come previsto, l'Agenzia europea darà la propria approvazione tra la fine di dicembre e la prima metà di gennaio, già dal 20 gennaio il governo potrebbe iniziare a immunizzare gli operatori sanitari e gli ospiti delle Rsa.
Il contratto per la fornitura del vaccino è europeo. All'Italia spetterà quasi certamente il 13,5% del totale della prima tranche. Si tratta di 3,4 milioni di dosi. Trattandosi di un vaccino che ha bisogno di due somministrazioni, significa fornire una copertura a circa 1,7 milioni di persone.
Per quanto riguarda i problemi logistici, quindi il trasporto e la somministrazione, si pensa di affidare alcuni compiti all'esercito, che potrebbe anche allestire delle strutture apposite, in modo da sollevare dal peso ospedali e ambulatori.