Piotta dipinge la stagione finale di Suburra: "Una Roma tra urban rap e canti antichi"
Il rapper romano firma la colonna sonora della terza e ultima stagione
Piotta per la stagione finale di "Suburra"
Dai sampietrini del centro agli edifici diroccati di Ostia, c'è tutta la Roma di Suburra nella colonna sonora che accompagna la serie (disponibile dal 30 ottobre) ed è firmata da un capitolino doc: Piotta, A Tgcom24 il rapper svela: "Ho cercato il lato più umano e poetico in figure lontanissime da me. Volevo spiegare cosa ha spinto sei persone con storie e motivazione diverse a essere unite nella sete di potere".
"Per gli Anacleti ho unito rap e antiche tradizioni" - Ogni brano è infatti dedicato a uno dei protagonisti della terza serie. "Il disco si apre con Cuore nero, il brano per Samurai, che si rifà al classico hip hop romano", racconta Piotta. " S.u.b.u.r.r.a è dedicata a Manfredi e Cinaglia, mondi lontani ma accomunati dalla sete di potere. Allo stesso modo il pezzo ha due anime: da un lato il rap contemporaneo e dall'altro il canto più popolare". "Ne La Giostra abbiamo il mondo Anacleti nella sua accezione più festaiola ed eccessiva", continua. "E' il brano più etnico. Ho voluto ricreare la stessa atmosfera anche nel video (diretto da Glauco Citati), richiamando però la storia millenaria e pagana di Roma con la figura delle tre Parche".
"Urban e reggaeton per le donne di Suburra"- Angelica e Nadia è invece dedicata "Fiore dell'infame": "Rappresentano il lato femminile della storia, ma sempre con connotazioni dure e criminali. Il substrato nel pezzo è urban e a tratti reggaeton abbinato a una maniera antica di cantare".
"Per Cinaglia un brano hardcore" - "E' ora di andare, dedicata a Spadino, è invece a cavallo tra indie e rap. Scivola via ha un grande accompagnamento orchestrale per le scene finali, quelle più drammatiche. Su di me è ancora per Cinaglia, un brano hardcore che esalta l'uomo forte contro tutto e tutti", spiega a Tgcom24
Hai inaugurato una serie di dirette social per ascoltare il disco insieme ai tuoi fan, come stanno andando?
Molto bene, la musica è sempre un conforto: sia che la si ascolti, sia come pretesto per stare un po' insieme per farci compagnia. Vista la situazione direi che possono continuare tranquillamente con le dirette... Durante il primo lockdown sono durate circa un mesetto.
Proprio nel primo lockdown ha preso forma "L'ottavo Re"....
E' successa una cosa misteriosa... L'ottavo Re è uscito ad agosto come mio ultimo disco, ma in realtà è il primo. Nei mesi di lockdown ho avuto modo di scavare nel materiale che ho accumulato negli anni. Alla fine è venuto fuori il mio primo disco, quello registrato nei primissimi anni Novanta a Ostia, ma che non è mai uscito.
Com'è cambiata la scena rap da allora?
Ora va di moda fare rap e sono molto contento di questo, ma noi siamo stati i pionieri. Ci dicevano che non avrebbe mai funzionato in Italia.. Della scena contemporanea mi piacciono molto Lazza, Ernia, Massimo Pericolo, Mezzosangue e Rancore, solo per citarne alcuni. Ma anche Tha Supreme, ha una personalità creativa pazzesca. E poi Miss Keta, che è un po' fuori dal contesto rap in senso stretto ma è un vero genio. In un certo modo mi ci rivedo in lei, si è creata un percorso molto personale e ne ha fatto il suo punto di forza.
Al momento non si sa ancora quando si potrà tornare a suonare dal vivo. Stai facendo progetti per il post-pandemia?
Progetto il futuro ogni mattina (ride). La verità è che ho un grosso punto interrogativo dentro. Sto tenendo botta, ma sempre più sento il bisogno psicofisico di andare in giro a suonare e conoscere persone. Faccio musica per questo.
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