PlayStation 5: primo contatto con la nuova generazione
Un’interfaccia utente evoluta e un controller che non ha uguali: ecco il futuro dei videogiochi secondo Sony.
In questo novembre esaltante per gli appassionati di videogiochi, a posizionarsi sui nastri di partenza della nuova generazione di console non troviamo solamente Microsoft con le sue nuove Xbox (qui la nostra recensione di Xbox Series X), ma anche ovviamente Sony, con il suo apprezzatissimo marchio PlayStation, praticamente il sinonimo stesso di “videogioco” per milioni e milioni di videogiocatori.
Non sorprende quindi l’attesa che circonda ogni nuova console dell’azienda giapponese: quest’anno, poi, le curiosità sono ancora più grandi grazie alla promessa di portare novità tangibili al modo in cui ci interfacciamo con i nostri mondi virtuali preferiti. DualSense, questo il nome del nuovo controller che troveremo nella confezione di PlayStation 5, è potenzialmente rivoluzionario nel modo in cui ci farà sentire parte del gioco, e i nostri primi test testimoniano la bontà del suo design.
Ma prima di analizzare in dettaglio le capacità del controller quando viene sfruttato al meglio, è necessario parlare anche dell’interfaccia che ci troveremo di fronte quando accenderemo la console per la prima volta. Una filosofia opposta a quella di Microsoft, visto che Sony ha letteralmente rivoluzionato l’ambiente operativo di PlayStation 4 ricostruendo da zero l’esperienza utente. Tutto appare più veloce, integrato e a portata di dito, a partire dalla sezione più importante, quella dedicata ai Giochi, che rappresenta il cuore pulsante di PS5.
Troviamo in alto a sinistra una serie di icone dedicate agli ultimi giochi avviati, che possiamo selezionare scorrendo lateralmente sul controller per accedere alla pagina dedicata al gioco, ricca di notizie, dettagli e informazioni sul gioco stesso e sulla nostra esperienza con esso (progressi, trofei, eccetera). Ognuna di queste miniature consente di capire con immediatezza se il gioco in questione è è stato scaricato da PlayStation Plus (e/o dal nuovo servizio “La Collezione”, che dona agli utenti PS5 abbonati al servizio una raccolta di giochi PS4 che hanno “segnato una generazione”) o se al contrario è stato riprodotto tramite il cloud di PlayStation Now. E se si vuole accedere a un gioco che non appare nel menu Giochi principale? C’è un apposito collegamento proprio lì, alla Raccolta, anche questa profondamente rinnovata con molti filtri da attivare per raffinare la ricerca del gioco che ci interessa.
PlayStation 5 ci accoglie così: il gioco al centro dell'attenzione e le funzioni principali in evidenza in alto a sinistra.
Ma ancora più interessante è la scheda dedicata alle Attività, che Sony ha studiato per trarre beneficio dal suo SSD ultra-rapido: in Marvel’s Spider-Man Miles Morales, per esempio, si può avviare una missione secondaria o una sfida direttamente dal menu e ritrovarsi, in meno di dieci secondi (anche a gioco spento) nel vivo dell’azione. Niente schermate di avvio, niente caricamenti, tutto è lì, pronto per l’uso. Tale funzionalità, peraltro, è accessibile anche dal nuovo Centro di Controllo, il menu secondario che viene mostrato con la pressione del tasto PlayStation sul controller DualSense e che può essere personalizzato mostrando (o nascondendo) determinate sezioni. Aspettatevi dunque, tramite questa nuova serie di “piastrelle”, di passare da un’attività specifica di un gioco a una quest secondaria di un gioco completamente diverso in un batter d’occhio.
Grazie al pannello Attività e alla velocità del SSD interno, lanciare una missione specifica in Spider-Man: Miles Morales è questione di pochi secondi.
Dove, rispetto alla concorrente Xbox, PS5 al momento mostra qualche debolezza è nelle funzioni di gestione dei giochi in corso. Se Xbox Series X e Series S consentono di passare molto rapidamente da un gioco all’altro sfruttando una sorta di “sospensione” che permette di riprendere i giochi laddove li si aveva lasciati, PS5 al momento permette la gestione di un singolo gioco alla volta, e quindi se si volesse - per fare un esempio - lasciare Spider-Man per fare una partitina a FIFA, dovremmo ogni volta ripetere il caricamento del gioco dall’inizio. Caricamento rapidissimo, grazie alle capacità del SSD (torneremo a parlarne nella recensione completa della console, tra qualche giorno), ma comunque si tratta di un'esperienza più scomoda rispetto al sistema ideato da Microsoft.
Con la nuova Raccolta è ancora più semplice fare ordine nella nostra collezione di videogiochi.
Venendo alle esperienze in-game, non si può non parlare del DualSense e della sua promessa di portare i videogiochi su un altro livello, quello “tattile”. Sfruttando un sistema di feedback aptico avanzato (già sperimentato su Nintendo Switch grazie al HD Rumble) e ai suoi grilletti adattivi, il nuovo controller di Sony fornisce agli sviluppatori nuove e vastissime potenzialità creative, capaci di far scivolare letteralmente i videogiocatori all’interno dei giochi. Un esempio potranno sperimentarlo tutti gli acquirenti di PS5 grazie ad Astro’s Playroom, preinstallato in ogni PS5 proprio allo scopo di mostrare le caratteristiche del nuovo controller.
I grilletti L2 e R2 possono ora adattarsi al gioco diventando più rigidi o più morbidi a seconda delle necessità.
Grazie al feedback aptico, si possono letteralmente “sentire” le varie superfici su cui il robottino si trova a camminare - o a ballonzolare, nei panni di una rana a molla - e ogni sezione del gioco, ambientata nell’ipotetico “interno” di PlayStation 5, è costruita proprio per evidenziare come lo sfruttamento dei nuovi motori posti all’interno del controller possa non solo completare l’esperienza di gioco, ma anche estenderla grazie a nuove idee di gameplay possibili solamente in presenza di sistemi di questo tipo.
Se poi aggiungiamo alle sensazioni tattili del controller anche le funzionalità avanzate dei nuovi grilletti L2 e R2, le potenzialità si estendono ulteriormente. Grazie a un sistema adattivo, il gioco può stabilire in ogni momento quanta forza il giocatore debba imprimere a un grilletto per azionarlo, o impostarne la corsa. Per esempio, potremmo trovarci in uno sparatutto tipo Call of Duty e sperimentare sul serio cosa si prova quando si inceppa un’arma, con il grilletto dedicato al fuoco completamente bloccato. Così come possiamo già ora sperimentare la crescente tensione della corda di un arco.
La sensazione è proprio quella di camminare sulla sabbia, grazie al feedback aptico del DualSense.
Le potenzialità sono ovviamente enormi, ma resta il dubbio che possano essere sfruttate compiutamente: già nei giochi che abbiamo potuto provare in questi primi giorni abbiamo scoperto che non sempre si arriva alla precisione e alla completezza mostrata da Astro’s Playroom. Spider-Man: Miles Morales, per esempio, mostra un utilizzo meno creativo del DualSense: il feedback aptico viene utilizzato per enfatizzare una serie di elementi, come i poteri Venom del protagonista e gli effetti delle ragnatele, che sono avvertibili ogni volta che ci si muove tra i cieli di New York, ogni volta che si lancia un oggetto mediante le ragnatele o quando si combatte con gli avversari. Anche se le sensazioni sono buone e certamente superiori a quella che era la classica vibrazione offerta da PS4 e dal suo controller, non si avverte al momento lo stesso grado di immedesimazione che Astro’s Playroom, con le sue trovate originali, col suo modo unico di fondere feedback aptico, grilletti adattivi, sensori di movimento, altoparlante e microfono integrato, ha saputo mettere in piedi.
Infine, essendo il DualSense dotato, come i suoi predecessori, di batteria ricaricabile, è interessante capire se e quanto le nuove funzionalità incidano sulla durata delle nostre sessioni di gioco, specialmente considerando il fatto che i precedenti DualShock 4 non erano proprio dei campioni di resistenza, da questo punto di vista. Ebbene, è evidente che in giochi che sfruttano le caratteristiche tattili del DualSense al massimo, uno scotto in termini di durata debba essere pagato.
Astro's Playroom è preinstallato su tutte le PS5: praticamente è il "manuale" di come va utilizzato il nuovo controller.
Abbiamo cronometrato 4 ore e 44 minuti di gioco ininterrotti in Spider-Man: Miles Morales partendo dal controller carico al 100% fino alla completa disconnessione dalla console, e Astro’s Playroom, con tutti gli effetti sempre coinvolti, fa esaurire la carica un po’ più velocemente. Chi volesse andare oltre potrà sempre continuare a giocare con il controller collegato via cavo alla console, anche se in questo caso avremmo preferito che Sony fornisse un cavo più lungo nella confezione.
Concludendo questo nostro primo viaggio (di tanti, restate sintonizzati su Mastergame per la recensione della console e dei singoli giochi) in compagnia di PlayStation 5, possiamo dire di esserci trovati di fronte a un’interfaccia moderna, integrata e scattante, anni luce avanti a quella di PlayStation 4… è davvero complicato tornare indietro, dopo aver passato anche solo qualche ora in compagnia della nuova console. Inoltre, siamo letteralmente impressionati da tutto quello che DualSense può portare ai videogiochi che lo supporteranno: un livello di interazione tutto nuovo che, se verrà sfruttato anche solo in parte dagli sviluppatori, riuscirà davvero a portare una piccola, grande rivoluzione nel nostro modo di vivere i videogiochi.
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