Simone Giacomoni: “Il mio sogno è sempre stato regalare un sorriso a tutti”
Il titolare di Etica dentale spiega a Tgcomlab che le cliniche odontoiatriche garantiscono cure accessibili a tutti e investono anche in tempo di crisi
Simone Giacomoni: “Il mio sogno è sempre stato regalare un sorriso a tutti”
“Regalare un sorriso a tutti, con cure accessibili e di qualità certificata”, questo è sempre stato il sogno di Simone Giacomoni. L’imprenditore, 45 anni, è titolare di Etica dentale, un gruppo che si occupa di fornire cure odontoiatriche ai propri pazienti. Mettere sempre al centro la persona e le sue peculiarità è la filosofia pragmatica del gruppo che a oggi ha curato con successo più di 50mila persone in tutta Italia.
Di che cosa si occupa Etica dentale?
Etica dentale rappresenta una realtà importante nel campo dell’odontoiatria e, con 13 centri nel Lazio, è leader nella regione. Abbiamo poi un centro a Milano, in via Paolo Sarpi, e una clinica di Pescara. Nasce dal mio desiderio di realizzare un sogno che coltivavo fin da piccolo: regalare un sorriso a tutti, con cure accessibili e di qualità certificata.
Come è arrivato a ricoprire l'incarico attuale?
Sono il secondo di sette figli e ho vissuto la mia vita nel tentativo di emulare e rendere orgoglioso mio padre, Lucio Giacomoni, un grande medico di famiglia che ha speso la vita per il suo piccolo paese, Mentana (provincia di Roma). Nel 2015, quando venne a mancare per un brutto episodio di cronaca nera, come segno di gratitudine gli è stata dedicata una strada. Non ho creato Etica dentale dal nulla: nel 2017 ho incontrato un gruppo che versava in grandi difficoltà finanziarie: mi è stato proposto, come imprenditore, di analizzare la sua situazione. Ho incontrato così 60 dipendenti fantastici, destinati però a essere lasciati a casa, e migliaia di pazienti che si sarebbero trovati con cure odontoiatriche pagate ma non eseguite. Ho però deciso di credere in questo progetto, ho investito tutto quello che avevo: le mie risorse, il mio tempo e tutto me stesso per dare un futuro a quelle persone. Oggi abbiamo una società solida e sana, che cresce ogni anno, a dimostrazione che stiamo lavorando bene. Questo mi ripaga di ogni sacrificio e mi rende estremamente orgoglioso.
Qual è l'elemento di forza della sua azienda?
La nostra grande rivoluzione, anche se so che può sembrare scontato, è aver messo il paziente al centro del progetto: le sue necessità, i suoi bisogni, le aspettative e anche le sue paure. Vogliamo proporci come il “dentista di quartiere” almeno nel Lazio. Questo è quello che differenzia il mio gruppo, un’azienda che oggi conta oltre cento dipendenti che, dico con orgoglio, conosco tutti personalmente. Diamo lavoro a oltre 70 professionisti e raggiungiamo circa 10 milioni di fatturato: le mie ragazze e i miei ragazzi sono la ricchezza di questo gruppo, quello che ci differenzia e ci rende unici, una risorsa incredibile e non un mero “costo”.
Come ha impattato la crisi sull’attività di Etica dentale?
Nel primo lockdown, da marzo a maggio, abbiamo perso oltre 1.8 milioni di fatturato a causa della chiusura di tutte le cliniche, che sono state aperte solo per urgenze e cure indifferibili. A giugno si è presentato uno scenario post- apocalittico: pazienti, dottori e dipendenti spaventati, economia in depressione, grandissima speculazione sui dispositivi di protezione (guanti passati da 3 a 12 euro, mascherine chirurgiche da 2,80 a 25 euro e mascherine ffp2 a 10 euro l’una). Il lavoro da quel momento è cambiato: abbiamo avviato sistemi di sanificazione più frequenti, comprato ozonizzatori, dpi e allungato le agende per avere il tempo di sanificare e arieggiare (se prima riuscivamo a ricevere dieci pazienti al giorno siamo passati a sei). Nonostante ciò abbiamo deciso di non licenziare, di non usare la cig ma di assumere altre otto persone e investire nell’acquisto di quattro Tac e due scanner intraorali (circa 200mila euro di spesa). Insomma non ci siamo lasciati spaventare e insieme ne usciremo.
Qual è la competenza più importante chiesta a un manager oggi?
Per me un grande manager deve fare questo: conoscere ogni attore che partecipa al successo e spingerlo a dare il meglio, a essere protagonista di un progetto unico, comune, grandissimo.
Quali sono le caratteristiche del mondo dell’odontoiatria privata?
Oggi credo che, per quanto le cliniche organizzate e i gruppi, dai più grandi ai più piccoli come il mio, spesso vengano demonizzate come società di finanziarie, hanno il grandissimo merito di aver calmierato il mercato e reso accessibili le cure a tutti. Oggi un giovane odontoiatra non ha più l’ambizione di aprire uno studio ma di entrare in un gruppo. Inoltre siamo soggetti a continui controlli da parte delle autorità competenti e ci atteniamo a rigidissimi protocolli, votati a garantire la salute del paziente. Abbiamo poi tutte le più moderne tecnologie, dalle Tac 3D cone beam agli scanner intraorali per impronte digitali.
Quale attività le dà più soddisfazione?
Una delle mie più grandi soddisfazioni è restituire un po’ della mia fortuna alla società, per questo ho regalato 400 zainetti alle scuole elementari del mio paese, faccio da sponsor alla squadra di calcio locale che conta oltre 300 bambini iscritti e ho dato vita a una onlus a nome di mio padre che regala cure odontoiatriche ai pazienti con difficoltà economiche.
Come trascorre il suo tempo libero?
Sono mosso da tantissime passioni, tra cui la cucina (ho cinque ristoranti tra Roma e Barcellona) e il calcio (sono tifoso della Lazio per la quale ho fatto da sponsor lo scorso anno). Ma dedico la maggior parte del tempo libero ai miei quattro figli: Lorenzo, Marta, Natalie e Leone.
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