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Gigi Proietti nel privato: ecco Sagitta e la storia d'amore lunga una vita

I due si erano conosciuti nel 1962 e sono stati sempre insieme senza sposarsi

Gigi Proietti è scomparso il 2 novembre lasciando la compagna Sagitta Alter e le figlie, Susanna e Carlotta. "Lei è la mia roccia”, aveva detto l'attore romano in un'intervista, riferendosi alla donna che gli è stato al fianco per 58 anni. I due si erano conosciuti nel 1962 in Italia: lei guida turistica svedese in viaggio in Italia, lui attore di belle speranze che si esibiva in alcuni locali della Capitale. Da allora sono rimasti sempre insieme, mai un crisi in un mondo di seduzioni come quello dello spettacolo: un piccolo record.

La famiglia di Gigi Proietti: la compagna Sagitta Alter e le due figlie Susanna e Carlotta  

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L'amore tra Gigi e Sagitta è cresciuto lontano dai riflettori. A chi gli domandava perché non avesse sposato la donna, il "mattatore" raccontava: "È una domanda che mi fanno proprio tutti. La verità è che io e Sagitta non ci pensiamo più. Non ci tenevamo particolarmente al matrimonio quando eravamo giovani, ma non lo escludiamo. Chissà, magari un giorno ci guarderemo e ci verrà voglia di compiere anche questo passo, anche se il traguardo più bello, quello di costruire una famiglia unita, siamo già riusciti a realizzarlo".

Susanna e Carlotta hanno rispettivamente 42 e 37 anni e hanno seguito le orme del padre: la prima come costumista e scenografa, la seconda come cantautrice e attrice. La primogenita in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha raccontato quanto fosse difficile convivere con la forte popolarità del genitore: “Non è sempre stato facile accettare il ruolo pubblico di mio padre. Ricordo una vacanza a Parigi, dove credevamo che nessuno avrebbe fatto caso a noi. E invece un gruppo di turisti lo riconobbe e ci raggiunse, senza la delicatezza di pensare che per noi era un momento privato". Poi ha anche rivelato: "I miei primi ricordi sono tutti uguali. Io, mia madre e mia sorella sedute in prima fila, e a fine spettacolo una coda di persone adoranti che volevano stringergli la mano. Mi dava fastidio, a più di uno avrei dato un morso. Faceva strano perché dentro casa eravamo una famiglia davvero normale, ma quando uscivamo eravamo circondati da scocciatori, dal mio punto di vista, che volevano l’autografo". 



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