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Coronavirus, Mattarella: "Crisi profonda, necessarie misure urgenti"

Per il presidente della Repubblica l'emergenza sanitaria deve "aprire la strada" a un progetto "condiviso" di crescita sostenibile per il Paese

Ansa

La crisi "profonda" causata dalla pandemia di coronavirus "richiede misure urgenti" per tutelare il presente e il futuro della società. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "La gestione dell'emergenza deve - ha quindi aggiunto - saper aprire la strada a un progetto condiviso di crescita sostenibile e inclusiva per un Paese che torni a offrire opportunità, per un futuro dignitoso, specie alle giovani generazioni".

Il messaggio del Capo dello Stato è arrivato in occasione della Giornata mondiale del Risparmio. Il suo invito è quello a utilizzare "le risorse rese disponibili anche in ambito europeo per gli indispensabili investimenti in infrastrutture, materiali e immateriali, riducendo i divari" sociali ed economici.

Mattarella ha poi sottolineato l'importanza e il ruolo del risparmio, "tradizionale patrimonio del nostro Paese, la cui tutela è sancita dalla Costituzione e che può concorrere alla ripartenza". La grave situazione economica e le preoccupazioni per la diffusione dei contagi "hanno indotto un sensibile aumento del tasso di risparmio di famiglie e imprese. Queste risorse, se adeguatamente utilizzate, potranno contribuire a sostenere una rapida ripresa di consumi e investimenti, una volta domata la pandemia e ridotta l'incertezza sulle prospettive future".

"Ristabilire un clima di fiducia, inaccettabili le disuguaglianze" - "E' indispensabile creare le condizioni utili a ristabilire un clima di fiducia", ha proseguito il presidente della Repubblica. In Italia si sta creando un "inaccettabile aumento delle diseguaglianze. A fronte di questo, è ancora più apprezzabile l'impegno delle fondazioni, che si sono mobilitate con interventi aggiuntivi nell'interesse della collettività, dei soggetti più deboli e dei settori più colpiti".

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Una tromba ha suonato il silenzio, poi circa trecento proprietari e operatori del mondo della ristorazione si sono seduti terra, attorno a sedici tovaglie bianche apparecchiate sul granito del sagrato del Duomo di Milano. E' la protesta organizzata da Fipe e Confcommercio, che si è svolta non solo nel capoluogo lombardo ma in più di 20 città italiane, da nord a sud, al grido di "Siamo a terra". "Bloccarci alle 18 - dicono - è stato un colpo di grazia per la ristorazione. Allora, meglio un lockdown totale il più breve possibile ed efficace".

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