George Clooney mancava da parecchio tempo dal mondo del cinema. Risale al 2016 il suo ultimo film da attore, "Money Monster", mentre l'anno successivo ha firmato "Suburbicon". Per il suo ritorno, il divo si cimenta per la prima volta con il genere fantascienza, dirigendo e interpretando "The Midnight Sky", in arrivo in streaming su Netflix i giorni prima di Natale. La pellicola post-apocalittica, tra i titoli più attesi dei prossimi mesi, è basata sul romanzo "La distanza tra le stelle" della scrittrice statunitense Lily Brooks-Dalto e racconterà l’estinzione della razza umana.
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George Clooney ha descritto il suo film come un mix tra "Revenant – Redivivo" (con il quale condivide anche lo sceneggiatore, Mark L. Smith) e "Gravity". E' la storia di un team di astronauti che scopre l’esistenza di una luna che ruota attorno a Giove, e che presenta le condizioni ideali per ospitare gli esseri umani. Nel frattempo, una catastrofe ha colpito la Terra, portando all’estinzione il genere umano. Gli unici sopravvissuti sono Augustine (George Clooney), e una bambina, Iris (Caoilinn Springall). I due dovranno convincere il team di astronauti a non far ritorno sulla Terra.
"Per fare il film non abbiamo scatenato una pandemia né appiccato il fuoco all’intera west-coast. Però l’immagine che mostriamo della Terra non sembra molto diversa dalle immagini della costa occidentale diffuse dai satelliti in orbita. È fantascienza, che purtroppo diventa sempre meno fittizia", ha raccontato il divo a Vanity Fair. “La malattia dell'odio e gli elementi che ne derivano, le battaglie e le guerre, questi sono gli elementi del film" ha spiegato, aggiungendo: "Ma volevo che fosse anche un'opera sulla redenzione, in un certo senso. Volevo che ci fosse un po' di speranza in una storia piuttosto desolante che racconta la fine dell'umanità".
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