FOTO24 VIDEO24 2

Conte: "Le misure del Dpcm non sono in discussione, la politica non soffi sul fuoco"

Il premier: grave che si cavalchi il malessere sociale per qualche consenso nei sondaggi

"Queste misure non sono in discussione. Piuttosto vanno spiegate a una popolazione in sofferenza". Lo scrive Giuseppe Conte in merito al nuovo Dpcm. "Non abbiamo deciso queste chiusure indiscriminatamente. Puntiamo a ridurre momenti di incontro e afflusso sui mezzi". Sulle critiche arrivate anche da esponenti della maggioranza, Conte aggiunge: "La politica non soffi sul fuoco del malessere sociale per qualche consenso nei sondaggi".

"Quel Dpcm - scrive a "Il Fatto Quotidiano" - è nato da un lungo confronto tra tutte le forze di maggioranza. Uscire la sera per andare al ristorante, cinema o teatro significa prendere mezzi pubblici o taxi, fermarsi prima o dopo in una piazza a bere qualcosa o a incontrarsi con amici abbassando la propria soglia di attenzione e creando assembramenti". Inoltre "diminuendo le occasioni di socialità, abbassiamo anche il numero di contatti rendendo così più facile fare i tracciamenti. Ora è il momento della responsabilità", afferma Conte.

"La politica, e questo vale soprattutto per chi è al governo, deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi", rimarca il premier. E sull'appello del maestro Riccardo Muti il premier conviene con il musicista, nella sua lettera aperta pubblicata sul "Corriere della Sera", che "la decisione di chiudere le sale da concerto e i teatri è oggettivamente 'grave'" poiché tali spettacoli "costituiscono alimento per lo spirito, nutrimento per l'anima". "E' una decisione - dice ancora - che non abbiamo preso a cuor leggero perché siamo consapevoli che tutti i protagonisti del mondo dello spettacolo stanno soffrendo enormi difficoltà ormai da molti mesi".

Al Dpcm, scrive ancora Conte, "ho apposto la mia sottoscrizione solo quando siamo stati sicuri di potere approvare nel Cdm un decreto-legge che consentirà di erogare ristori immediati e misure di sostegno. Siamo costretti a fare questi ulteriori sacrifici. Ma non intendiamo affatto rinunciare alla bellezza, alla cultura, alla musica, all'arte, al cinema, al teatro".

Espandi