Al Viminale sale l'allerta per le tensioni sociali che potrebbero esplodere nel Paese dopo il nuovo Dpcm anti-Covid. Le manifestazioni dei giorni scorsi, viene sottolineato, sono "un campanello d'allarme". A queste si vanno ad aggiungere le proteste di piazza di lunedì sera di Napoli, Torino e Milano. Il ministero dell'Interno ha sottolineato la necessità di disinnescare sul nascere ogni situazione a rischio e di opporre massima fermezza nei confronti dei violenti.
"In piazza provocatori e non categorie colpite" - Per il ministero dell'Interno, le proteste a Nord e a Sud sono state "situazioni ben connotate". Chi si è reso protagonista degli scontri con le forze di polizia, in sostanza, "non aveva nulla a che vedere con le categorie che in qualche modo sono state più colpite dalla crisi di questi mesi, ma con ambienti che avevano il preciso scopo di provocare disordini: ultras, estremisti di destra, centri sociali, soggetti che vivono di espedienti e piccoli reati utilizzati come manovalanza dalla criminalità organizzata".
Pericolo di strumentalizzazione delle proteste - Ma la situazione ora potrebbe cambiare. La rabbia e la frustrazione che montano nel Paese e che oggi coinvolgono diverse categorie sociali e produttive potrebbero infatti diventare occasione perfette per chi ha interesse ad alimentare le tensioni. E, vista in quest'ottica, gli apparati di sicurezza non escludono che le manifestazioni annunciante per i prossimi giorni da chi è stato più colpito dai provvedimenti possano essere strumentalizzate e diventare l'occasione per provocatori e infiltrati di mettersi in mostra. Ecco perché, riferiscono ancora fonti qualificate degli apparati di sicurezza, "la questione dell'ordine pubblico è diventata molto sensibile e vanno disinnescate le situazioni più a rischio".
"Non saranno tollerati eccessi" - Già in questi giorni sono state messe in campo una serie di azioni preventive e in ogni caso, viene ribadito, "non saranno tollerati eccessi". Ministero e Dipartimento della Pubblica sicurezza, inoltre, sono in costante contatto con prefetti e rappresentanti locali delle forze di polizia proprio per rimodulare la strategia e mettere in campo ogni intervento per intercettare le possibili situazioni più a rischio prima che esplodano o si trasformino in veicolo per i più violenti. Sempre nell'ottica, viene ripetuto, della "massima fermezza".