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Dpcm, il malcontento per le nuove restrizioni | Dalla piazza alle istituzioni tutti i i dubbi e le critiche

Sileri: "Chiusure decise in base ai dati di Cts e Iss". Zaia: "Fatica a farlo accettare". Tassisti in piazza a Torino. I ristoratori di Milano davanti alla Prefettura.

Ansa

Palestre e piscine chiuse per Dpcm. La misura anti Covid-19 tra i suoi detrattori annovera il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri che, sui contagi da Coronavirus legati all'attività sportiva in luoghi chiusi, ironicamente ha detto: "Spero che i numeri siano in possesso del Comitato tecnico scientifico ma io non li ho visti". Critiche anche dal governatore veneto Zaia: "Questo provvedimento rischia di trasformarsi in una tragedia, non c'è un fondamento di dato epidemiologico". A Torino la protesta dei tassisti.

Covid, a Torino i tassisti in protesta: "Arrivate solo briciole"

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Presidio a Torino davanti alla sede della regione Piemonte dei tassisti in protesta, che hanno sfiato per le vie del centro cittadino. L'assessore regionale Fabrizio Ricca ha ricevuto una loro delegazione. "Ci siamo sempre stati, abbiamo garantito un servizio 24 ore su 24 mettendo a rischio la nostra salute e quella delle nostre famiglie. Le briciole stanziate per questo settore non sono bastate neanche per pagare quelle tasse mai sospese o abbuonate", si legge in un volantino distribuito a Torino. "Piuttosto che coinvolgerci nel trasporto degli studenti si preferisce ammassarli nei bus, metro e treni come carri bestiame violando spudoratamente le regole sul distanziamento sociale e mettendo a rischio la salute dei nostri ragazzi. Nel Dpcm di agosto sono stati approvati 35 milioni destinati ai buoni taxi per le famiglie meno abbienti. Dove sono finiti?", si sono chiesti i tassisti torinesi.  

Sileri prova poi a spiegare le ragioni delle nuove chiusure: "Si tratta di provvedimenti che impongono sacrifici a molti cittadini, ma non dobbiamo far prevalere la paura: è una fase difficile, ma transitoria. Una volta addolcita la curva, il rigore di queste misure sarà mitigato".

Tra i maggiori critici della stretta a locali e ristoranti, in prima fila c'è il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "Non ho notizia di focolai in ristoranti e palestre che si sono adeguati in maniera totale alle linee guida. Questo provvedimento si trasforma in un'autentica tragedia. Si mette a dura prova il sistema produttivo, questo non ci voleva facciamo fatica a giustificare azioni come queste. Faccio appello al Governo perché riveda questo provvedimento". 

Ristoratori in protesta a Milano: rivedere il Dpcm

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La pioggia non ferma la rabbia dei ristoratori, gestori di bar e pub di Milano e provincia che si sono dati appuntamento a pochi passi dalla Prefettura di Milano per manifestare  la loro rabbia contro il nuovo decreto del governo che impone loro la chiusura alle 18. Con loro hanno bandiere tricolore e striscioni con le scritte "Servono fatti non decreti", "Falliamo noi fallite voi" e "No tasse e più aiuti concreti". Questo nuovo decreto "è peggio del lockdown - ha spiegato Alfredo Zini, ristoratore che ha promosso la protesta a Milano - ci sarà così un mercato parallelo di abusivismo,  la gente potrà acquistare alimentari e alcolici e consumarli anche abusivamente per la strada. Chiediamo un allineamento del Dpcm e dell'ordinanza regionale, uno dice chiudere alle 18 e l'altra alle 23". Fuori programma durante la manifestazione che è stata interrotta dalla trans Efe Bal, nota anche per le sue apparizioni in tv. La transessuale è arrivata in reggiseno mostrando sul petto la scritta 'Abbiamo fame' in vernice viola per rivendicare "il diritto delle prostitute ad essere sostenute dal governo come le altre categorie in questo momento di difficoltà".

Dalle istituzioni alle piazze il disappunto sembra avere una voce comune. Gli ultimi a protestare fisicamente sono stati i tassisti di Torino

Oltre 180 taxi hanno occupato piazza Castello, davanti al palazzo che ospita la Regione Piemonte, per contestare le nuove misure anti-Covid nei confronti di bar e ristornati e il coprifuoco voluto dalla Regione. "Se in città tutto è chiuso chi prenderà i taxi?", dicono. "Ci servono aiuti e incentivi per coprire le perdite".

La pioggia non ha fermato la rabbia dei ristoratori, gestori di bar e pub di Milano e provincia che si sono dati appuntamento a pochi passi dalla Prefettura per manifestare la loro rabbia contro il nuovo decreto del governo.

 "E' peggio del lockdown - ha spiegato Alfredo Zini, ristoratore che ha promosso la protesta  - ci sarà così un mercato parallelo di abusivismo, la gente potrà acquistare alimentari e alcolici e consumarli anche per la strada. Chiediamo un allineamento del Dpcm e dell'ordinanza regionale, uno dice chiudere alle 18 e l'altra alle 23". 

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