La ricerca di un nuovo equilibrio guardando in avanti pervade la collezione Ermanno Scervino. Con una brezza di ribellione. A modo suo: fatta di gentilezza, armonia nei contrasti, attenzione al dettaglio e alla piú squisita manualità. È la capacità di usare i pizzi con piglio asciutto, di ammorbidire la pelle con giochi di intagli e intarsi fitomorfi, di trattare la juta, ruvida e tattile, come una materia preziosa.
Il tema centrale è, come sempre per Ermanno Scervino che quest’anno celebra i venti anni del marchio, la ricerca di bellezza, intesa come equilibrio in continuo divenire. Prevale il bianco, non colore estivo per eccellenza, tagliato dal nero grafico, mentre i materiali leggeri e vaporosi si contrappongono alle pelli, alle stuoie, ai denim. Le superfici sono sempre intensamente lavorate, percorse da intagli, ajour, incrostazioni e sovrapposizioni di pizzi. Le gambe sono scoperte dagli short, che abbinati al blazer definiscono il nuovo suit, o occhieggiano sotto frange e orli cortissimi. Una nota sofisticatamente en plein air pervade i ricami floreali, gli animalier sfumati, i pastelli assolati. La pelle nera suggerisce una allure soft invece che hard. L’amalgama di pizzi, cotoni, chiffon, jute, pelli e denim accompagna un percorso cromatico pervaso dal bianco e nero, con tocchi di rosa, azzurro e lampi di maculato.
Il risultato è delicatamente assertivo: una contrapposizione di opposti risolta con elegante spirito di sintesi e assoluta nonchalance. Al centro sta la donna, bella senza artifici, che attraversa il presente senza nostalgie.