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Covid, il governo non cambia idea: ristoranti e bar chiusi alle 18

Consentita però l'apertura la domenica. Il consumo al tavolo sarà consentito a un massimo di quattro persone

Il centro di Milano durante il coprifuoco: panorama spettrale

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Alle 23 scatta il coprifuoco ma già dalle 21 la città di Milano si è andata via via svuotando. Deserto era il piazzale di fronte alla basilica di San Lorenzo, dove i basamenti delle colonne di solito diventano i sedili di chi si beve birre e cocktail da asporto. A piazza del Duomo alcune ragazzine si sono messe ad ascoltare un cantante di strada e c'era anche chi non ha rinunciato al rito dello spritz negli storici locali in Galleria Vittorio Emanuele. Ma dalle 23 è arrivato il silenzio, rotto solo dal passaggio delle forze dell'ordine che vigilavano sul rispetto dell'ordinanza.

Resta la misura che obbliga la chiusura di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie alle ore 18 nei giorni feriali. Al termine della riunione tra il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione e il ministro Francesco Boccia, il governo non cambia linea su una delle misure del Dpcm in dirittura di arrivo più contestate dalle Regioni. I ristoranti potranno invece restare aperti la domenica.

Il decreto sarà in vigore dal 26 ottobre al 24 novembre. Scendono da sei a quattro le persone che possono sedersi attorno allo stesso tavolo, a parte i casi di nuclei familiari più numerosi (dove tutti sono conviventi).

Dalle 18 in poi è consentito il servizio a domicilio e da asporto, ma non si potrà consumare il cibo acquistato nei luoghi pubblici, per strada e nelle piazze. Stop anche allo street food dopo le 18.

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