Ottobre volge al termine: come ogni anno, l’ultimo fine settimana del mese porta con sé il cambio di orario, dall’ora legale a quella solare: nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre, alle 3 del mattino, dovremo riportare indietro le lancette dell’orologio, posizionandole sulle ore 2. Recupereremo l’ora che abbiamo perso a fine marzo, riallineando gli orologi al moto del sole: dormiremo un’ora in più la mattina, ma perderemo sessanta minuti di luce preserale, entrando di fatto nella stagione autunnale. Questo “fuso orario” resterà in vigore fino a domenica 28 marzo 2021, quando torneremo a spostare in avanti le lancette. Potrebbe trattarsi dell’ultima volta in cui siamo chiamati a compiere questa operazione: il prossimo anno l’Italia dovrà decidere se conservare l’ora solare o adottare quella legale per tutto l’anno.
L’ORA LEGALE E L’EUROPA – Nell’estate 2018 circa 5 milioni di cittadini europei hanno partecipato a una consultazione promossa da alcuni Paesi dell’Europa settentrionale, con Finlandia e Polonia in prima fila, in merito a una proposta di abolizione dell’obbligo di passare da un orario all’altro due volte all'anno per i Paesi membri. Si è espresso a favore circa il 76% dei partecipanti, ragion per cui è stato avviato un dibattito in proposito all’interno della Ue, senza raggiungere una decisione in grado di incontrare il favore di tutti i Paesi membri. È stato comunque deciso a larghissima maggioranza che l’obbligo di alternare ora estiva e ora invernale non ci sarà più: ogni Stato sarà quindi chiamato a decidere entro aprile 2021 se adottare per sempre l'ora legale o quella solare. I Paesi dell’Europa meridionale sembrano più propensi a conservare l’ora legale, mentre i Paesi più settentrionali (che già dispongono di moltissima luce serale durante l’estate) potrebbero schierarsi a favore dell’ora solare in via permanente. L’Italia non si è ancora espressa in proposito, ma sembra propensa a mantenere la situazione le cose come stanno, con sei mesi di ora solare e altri sei di ora estiva. La Francia, invece, dopo una consultazione popolare, ha deciso di seguire l’ora solare per tutto l’anno. È quindi molto probabile che nel Vecchio Continente si arrivi a una scelta differenziata e a una scomoda scacchiera di fusi orari che potrebbe compromettere il buon funzionamento e la competitività del mercato interno.
I VANTAGGI DELL’ORA LEGALE – Il fatto di avere le lancette avanti di un’ora nei mesi estivi permette di sfruttare meglio la luce diurna, risparmiando sulle bollette elettriche. Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, in una nota emessa proprio in vista dell’imminente cambio di orario, ha reso noto che nei sette mesi di ora legale l'Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità, pari al consumo medio annuo di circa 150mila famiglie, con un beneficio economico per il sistema di 66 milioni di euro. In termini di sostenibilità ambientale, sono state 205mila le tonnellate in meno di Co2 immesse in atmosfera.
IL DISAGIO DEL JET LAG – La nota dolente che il cambio semestrale di orario porta con sé è il disagio psico-fisico di doversi adattare alla nuova scansione temporale. Di norma, il fastidio è minore in autunno rispetto alla primavera perché in questo caso si guadagna un’ora di sonno mentre in primavera questa viene perduta. A livello fisico, i disturbi più frequenti sono un po’ di sonnolenza e la necessità di riallineare all’orario l’appetito e il desiderio di coricarsi. Dato che le lancette si spostano durante il fine settimana, il consiglio è quello di sfruttare tutti i giorni a disposizione per cambiare gradualmente le nostre abitudini, anticipano di un quarto d’ora i pasti e il momento di coricarsi. Si può fare ben poco, invece, per ovviare al senso di malinconia che proviamo nel vedere scendere il buio quando è ancora metà pomeriggio, se non godere il più possibile della parte della giornata in cui la luce è più abbondante e programmare qualche attività piacevole per gli orari preserali. Può essere utile migliorare l’illuminazione domestica prevedendo nuovi punti luce nelle diverse stanze della casa, e accendendoli un po’ di più per far capire al nostro organismo che ancora non è ora di andare a dormire. Cerchiamo anche di non cedere alla sonnolenza dei primi giorni e non anticipare troppo il momento di andare a letto, per evitare di svegliarci troppo presto il mattino successivo. In ogni caso si tratta di disturbi passeggeri, destinati a scomparire nell’arco di pochi giorni.