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Covid, boom casi in Veneto: +1.422 in un giorno 

Milano e Bergamo riaprono gli ospedali Covid: iniziati i preparativi

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Il personale sanitario è già entrato in azione per effetturare i controlli nell'ospedale allestito alla fiera di Bergamo pronti ad accogliere i primi pazienti colpiti dal Coronavirus. Già effettuate le prime prove, il presidio ospedaliero avrà inizialmente 35 posti letto per poi gradualmente andare a regime. I posti complessivi sono 142 di cui la metà di terapia intensiva e sub-intensiva. Stesse procedure in corso a Milano per la riapertura dell'ospedale Covid in Fiera allestito in tempi record durante il lockdown. 

Il Veneto registra un boom di nuovi positivi al coronavirus, +1.422 in un giorno, un numero doppio rispetto ai peggiori dati della prima ondata. Gli infetti totali arrivano quindi a quota 38.265. Ci sono anche 14 vittime, che portano il numero complessivo dei morti a 2.282. Lo riferisce il bollettino della Regione.

Zaia: "Siamo pronti al peggio ma lavoriamo per evitarlo" - "Già oggi il sistema sanitario Veneto è pronto ad attivare 1.016 posti letto di terapia intensiva. Abbiamo a disposizione tutti i macchinari necessari, a cominciare dai respiratori automatici, e abbiamo un'autosufficienza media di otto mesi per tutti gli altri dispositivi come mascherine e guanti. Qualche difficolta', avanti nel tempo, potrebbe esserci per i camici, ma ci stiamo lavorando. Sul fronte del personale, non ci sono problemi per quello infermieristico che, dopo le molte assunzioni fatte, e' sufficiente, mentre preoccupa la carenza di medici. Un problema nazionale che viene da lontano. Per questo ho già chiesto al ministro della Salute Speranza di attivare dei corsi rapidi di anestesia e rianimazione per medici di altre specialità". Cosi' il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in un'ampia parte dedicata al Covid-19 del suo intervento programmatico in Consiglio regionale.

Roma, l'anziano Lucio in terapia intensiva: l'emozionante videochiamata col figlio

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Sembra di essere tornati ai tempi del lockdown, quando gli ospedali erano blindati e ci entravano solo i pazienti per la maggior parte tutti malati di coronavirus. Le immagini dell'agenzia Lapresse mostrano Lucio, ricoverato in terapia intensiva, che riesce a comunicare col proprio figlio grazie ad una videochiamata e agli infermieri che lo assistono.

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