A quasi due mesi del sequestro, continua la protesta dei familiari dei pescatori bloccati in Libia. I parenti dei marittimi da giorni ormai sono accampati davanti a Montecitorio in attesa di ricevere la notizia del rientro dei propri padri e mariti: "Nonostante le rassicurazioni del ministro Di Maio - spiega una delle mogli intervistate da "Quarta Repubblica" - resteremo ancora qui fino a quando non torneranno".
Il 1° settembre scorso il peschereccio "Antartide" veniva sequestrato insieme al "Medinea" nel porto di Bengasi, perché entrati in acque libiche. Le imbarcazioni, provenienti da Mazara del Vallo (Trapani), avevano a bordo rispettivamente dieci e sei membri dell'equipaggio. A compiere il sequestro la Marina di Haftar, che è ancora a capo dell'autoproclamato esercito libico dell'Est del Paese. I familiari dei pescatori continuano a chiedere l'intervento del governo: "Vogliamo solo vederli tornare a casa".