L’innamoramento? Non dipende tanto dal cuore quanto dalla testa. Questo non significa che l’amore è frutto di un calcolo o di un ragionamento logico: è però il cervello a fungere da “cabina di regia”, regolando il nostro organismo e facendogli trasmettere i segnali responsabili delle diverse sensazioni tipiche dell’amore. Farfalle nello stomaco e guance in fiamme comprese. Ecco allora perché si parla di ”chimica dell’amore”: il cervello, attraverso la trasmissione di impulsi ad hoc, stimola la produzione di sostanze specifiche che scatenano nel corpo una catena di reazioni fisiche.
CHE COSA FA IL CERVELLO – L’innamoramento è il meccanismo al quale è legata la riproduzione e quindi la sopravvivenza della nostra specie: per questo è regolato da una serie di processi messi a punto dall’evoluzione che, come tutte le eredità ataviche, restano in gran parte sepolti nell’inconscio. Quando incontriamo un potenziale partner, il nostro cervello lo “scannerizza” e ne valuta una serie di caratteristiche: ad esempio, l’ippocampo analizza se il nuovo incontro assomiglia a qualcuno che abbiamo già incontrato in passato (ad esempio a un genitore o a un amico del cuore); la corteccia orbito-frontale ne valuta le caratteristiche estetiche, elaborando le indicazioni ricevute dall’ippocampo; se la valutazione è positiva entrano in gioco alcune aree, come la corteccia prefrontale, l’ipotalamo e altre ancora, che mettono in moto la produzione di una serie di ormoni capaci di produrre vigilanza, attrazione e gratificazione.
LA CHIMICA DELL’INNAMORAMENTO – Gli ormoni che presiedono l’innamoramento sono soprattutto tre: la dopamina, l’adrenalina e l’ossitocina. La dopamina presiede i meccanismi del piacere e ci spinge a cercare il più possibile la vicinanza e il contatto con il potenziale partner. L’adrenalina genera il senso di allerta e la capacità di rispondere in modo scattante nelle situazioni critiche: in campo amoroso provoca il senso di ansia che proviamo, ad esempio, nell’attesa del nostro amato. In concorso con altre sostanze, tra cui la feniletilamina, accende il desiderio che proviamo verso l’altra persona. L’ossitocina, infine, è l’ormone dell’affetto e dell’attaccamento, per permettere alla relazione di instaurarsi e di durare nel tempo.
AMORE, CHE STRESS! – Insomma, innamorarsi è un lavoro serio e, sicuramente, una fonte di stress sia per l’organismo che per la nostra anima. Si tratta però di eustress, o stress buono, dal quale derivano una serie di benefici: oltre alla felicità che si prova per un amore corrisposto, è in questo modo che la natura, per così dire, segue il suo corso, portando la nuova coppia a desiderare di costruire il proprio nido e generare dei figli, assicurando in questo modo la conservazione della nostra specie.
I SINTOMI DELL’INNAMORAMENTO – Tutti i “sintomi” di innamoramento che sperimentiamo in prima persona o che constatiamo in un aspirante partener, hanno una precisa causa fisiologica. Ad esempio:
- il batticuore – è uno dei segnali della maggior circolazione di adrenalina, l’ormone che ci mette in allerta e ci rende capaci di reagire ai pericoli. In questo caso si tratta di un’allerta generica, non legata a un pericolo specifico, ma alla necessità di “avvistare” tempestivamente la potenziale metà e di mostrare se stessi al meglio;
- il rossore sulle guance – l’adrenalina ha anche un effetto di vasodilatazione soprattutto sui vasi sanguigni del volto. Il sangue affluisce in misura maggiore e, dati che sul viso i vasi sanguigni sono vicini alla superficie cutanea, il colorito diventa più roseo, anche in modo molto evidente;
- le farfalle nello stomaco – gli ormoni dello stress, adrenalina e cortisolo, determinano un maggiore afflusso di sangue ai muscoli, per fornire loro più energia ed eventualmente preparali all’azione o alla fuga. Questo maggiore flusso porta a una minore “fornitura” ad una serie di organi periferici, tra cui lo stomaco, considerati non indispensabili nel momento di crisi: da questa minore irrorazione sanguigna nasce la sensazione di formicolio e “sfarfallare” che avvertiamo appunto nello stomaco;
- le mani che sudano – è una sensazione che molti provano in tutte le situazioni di nervosismo e ansia, non solo quando sono innamorati. Ancora una volta è colpa dell’adrenalina, che stimola il lavoro delle ghiandole sudoripare: la sudorazione aumenta in modo anche importante e coinvolge non solo le mani ma tutto il corpo;
- gli occhi diventano brillanti – Il sistema nervoso simpatico, che non è controllato dalla volontà, entra in azione, provocando la dilatazione della pupilla. Questo accade in modo del tutto involontario, ma ha l’effetto di rendere gli occhi più brillanti e, quindi, più attraenti;
- l'euforia – la tempesta di ormoni legata all’innamoramento provoca uno stato simile a quello provocato dal consumo di sostanze psicotrope, generando eccitazione e euforia, ma anche perdita di concentrazione, farci dormire e mangiare meno, persino smarrire la nozione di spazio e tempo;
- siamo più felici e meno stressati – Quando si è innamorati diminuiscono i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, mentre aumenta l’ossitocina, che regola l’attaccamento affettivo e genera benessere. E dato che l’ossitocina è liberata anche dai gesti affettuosi, come abbracci e baci, se continuiamo a sentirci stressati nonostante tutto, significa che forse non stiamo baciando la persona giusta per noi.