Maliziosi, sensuali e super femminili: i tacchi alti sono davvero un accessorio di seduzione quasi irrinunciabile per molte. Tuttavia, secondo uno studio recente, quasi il 90% delle signore che li usano è affetto da dolori: un rapporto di odio e amore che coinvolge anche molte celebrities.
Come diceva Marilyn Monroe: “Non so chi abbia inventato i tacchi alti, ma tutte le donne gli devono molto” ed in effetti sono in molti a trovarsi d’accordo.
Non tutte le scarpe, però, sono adatte alla conformazione del proprio piede: tra forma, tipologia di arco plantare e patologie varie, scegliere il modello giusto è fondamentale per evitare traumi e dolori che, purtroppo, sono molto diffusi.
Lo dice la scienza: l’Institute of Health Sciences del Pakistan ha di recente pubblicato uno studio in cui si evidenzia come l’86% delle donne prova dolori causati dai tacchi alti. In particolare, il 77,5% è affetto da dolori agli avampiedi, mentre il 6% associa il dolore alla zona centrale della pianta.
Equilibrio e apparato scheletrico: l'uso di scarpe con tacco alto influisce negativamente sul controllo dell'equilibrio, con conseguente alterazione del sistema posturale. Studi medici rivelano che indossare scarpe con tacco alto altera la deambulazione, la distribuzione della pressione plantare, le forze di reazione al suolo e le attività muscolari degli arti inferiori. Le alterazioni biomeccaniche e le deformità muscolo-scheletriche più comuni sono le lesioni dei legamenti della caviglia, le degenerazioni articolari del ginocchio, dolori lombari e patologie dell'avampiede.
Squilibrio muscolare e caviglie doloranti: belle sì, ma a che prezzo? Secondo un interessante studio condotto dai ricercatori dell’Hanseo University in Corea del Sud e che ha coivolto 40 donne che li usano regolarmente, è emerso che indossare i tacchi alti dai 10 centimetri o più inizialmente può favorire il rinforzo i muscoli della caviglia, ma l’uso prolungato provoca poi uno squilibrio muscolare, un fattore che mette in pericolo il benessere delle caviglie.
Alluce valgo, antiestetico e doloroso: una delle patologie più diffuse associate all’uso abituale dei “trampoli” è l’alluce valgo, una deformazione delle dita con contemporanea sporgenza del primo osso metatarsale. Le calzature troppe strette possono provocare il cosiddetto "dito a martello", ovvero una deformità che assume un aspetto piegato in corrispondenza dell’articolazione centrale del dito stesso e a cui si accompagnano dolore e callosità, che nei casi più gravi possono addirittura dar luogo a ulcere dolorose.
#KuToo, la rivolta parte da Oriente: se nel mondo glamour e patinato delle star i tacchi alti sono un accessorio quasi indispensabile, vi è tuttavia chi ha condotto una vera e propria battaglia sociale contro le scarpe dall’altezza vertiginosa. L’attrice e attivista Yumi Ishikawa in Giappone ha fondato il #KuToo, un gioco di parole che coinvolge la parola “kutsu” che in giapponese significa “scarpe”, e “kutsuu”, che vuol dire “dolore”. Si tratta di un nuovo movimento formato da donne che si ribellano alle rigide regole aziendali che le obbligano a indossare tacchi alti e che chiedono di poter scegliere le calzature da indossare in ufficio senza costrizioni maschili.
La soluzione? Eccola! innanzitutto, è fondamentale utilizzare scarpe adatte al proprio piede e che quindi non debbono essere né corte nè strette, ma di buona qualità per garantire ammortizzazione e la protezione necessaria. Se proprio le scarpe flat non sono nelle nostre corde, cerchiamo di evitare di indossare sempre i tacchi alti, optando per calzature con tacchi non superiori ai 4 cm da portare per meno di 4 ore e meno di tre volte a settimana per garantire comfort, benessere e soprattutto ridurre il rischio di lesioni. Quando il piede fa male, i rimedi vanno dai plantari correttivi su misura, ai bendaggi, agli esercizi della muscolatura fino alla terapia fisica. Se poi dovessimo avere un infortunio, per velocizzare i tempi di recupero è possibile fare ricorso all’utilizzo della laserterapia come la Theal Therapy, che consente un trattamento sicuro e selettivo, massimizzando i risultati terapeutici.