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Nodo "movida", il governo pensa all'ipotesi chiusura dei locali alle 23 | Ipotesi quarantena di 10 giorni

Probabile che scattino prima di tutto limitazioni per eventi pubblici e feste private, compresi nozze e battesimi, fino ai funerali. Stop anche al calcetto amatoriale

Il nodo della movida e della convivialità è stato al centro di una riunione dei capidelegazione e del premier Giuseppe Conte. Si è discusso anche dell'idea di chiudere i locali alle 23, orario che non avrebbe ripercussioni negative sui ristoranti. Alla riunione è inoltre emersa l'ipotesi di anticipare il Dpcm a lunedì sera ma, essendo i tempi stretti, non si può escludere che la nuova stretta venga messa in campo, come da programma, mercoledì.

Ipotesi di ridurre la quarantena In ogni caso domenica i ministri coinvolti dalle nuove misure, che includeranno anche una rimodulazione dello smart working, lavoreranno sulla messa a punto dei provvedimenti. Centrale, in questo senso, è la riunione del Comitato tecnico scientifico (Cts) con il ministro della Salute Roberto Speranza che delibererà anche sull'ipotesi di ridurre il numero dei giorni di quarantena da 14 a 10.

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Weekend di controlli sulla movida milanese. Pattuglie di polizia locale e carabinieri hanno verificato il rispetto delle norme contro l'emergenza coronavirus nelle zone più frequentate, in particolare tra i Navigli e la darsena. Sulla situazione in città è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. "Sabato ho fatto un giro a Milano, guardavo i bar all'aperto, i tavolini erano molto ravvicinati, serve un senso di responsabilità anche da parte degli esercenti, dei bar e dei servizi commerciali", ha detto. "E' una battaglia che dobbiamo vincere tutti insieme".

Stop al calcetto e feste private in casa All'incontro si discuterà delle nuove misure da varare. A parte il lockdown totale, nessun provvedimento viene escluso a priori, visto l'aggravarsi della situazione. Dal coprifuoco per i locali al divieto di vendita di alcolici dopo una certa ora, alla sosta off limits in piedi fuori dagli stessi bar e pub; dall'estensione del lavoro a casa alla riduzione della percentuale di passeggeri sui mezzi pubblici, allo stop agli spostamenti tra regioni, tutto è in teoria possibile.

Stop alle feste private, anche in casa, e sospensione degli sport amatoriali di contatto, come il calcetto. Poiché i dati mostrano che il contagio avviene principalmente tra parenti e amici, dovrebbe arrivare lo stop alle feste private, anche in casa, e un limite di massimo trenta persone ai tavoli nei locali e nelle sale per cerimonie. 

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Probabile quindi che scattino prima di tutto limitazioni per eventi pubblici e feste, compresi nozze e battesimi, fino ai funerali. In Sardegna la Regione ha deciso di aprire i palazzetti dello sport fino a 700 persone (misure analoghe sono state già adottate anche altrove), ma nel nuovo Decreto potrebbe tornare la soglia non superabile dei 200 spettatori. 

La situazione sembra sfuggire di mano, con una crescita dei contagi non esponenziale, ma costante e per ora inarrestabile. Si pensa, con preoccupazione, alla saturazione delle strutture sanitarie per l'afflusso di malati in reparti ordinari e di terapia intensiva.

Secondo lo studio strategico per la fase autunnale-invernale, con l'indice di contagiosità Rt superiore a 1,2 - livello già raggiunto in Campania -, in 2-3 mesi gli ospedali avrebbero un sovraccarico. Considerando che non si e' ancora entrati nella fase dell'influenza stagionale - il cui picco si attende tra febbraio e marzo -, gli esperti auspicano misure efficaci e valide per 6 mesi. Anche a questo scopo si valuterà l'impiego dei test rapidi al fianco dei tamponi diagnostici, per tentare di diluire le file di ore in auto che si vanno sempre più formando ai drive in delle grandi città.

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