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Iss: in Italia solo l'1% delle vittime Covid è al di sotto dei 50 anni

Secondo gli scienziati sono migliorate le tecniche di cura della malattia. La presenza di altre patologie aumenta il rischio di mortalità

Coronavirus, a Fiumicino inaugurato il più grande drive-in d'Italia per eseguire i tamponi

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Roma, il drive-in più grande d'Italia per eseguire i tamponi
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Roma, il drive-in più grande d'Italia per eseguire i tamponi
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Roma, il drive-in più grande d'Italia per eseguire i tamponi
E' stato inaugurato a Roma, presso l'aeroporto di Fiumicino, il più grande drive-in d'Italia per eseguire i tamponi rapidi per individuare i casi di Covid-19. E' attrezzato con sei check-point sanitari per il prelievo dei campioni e può accogliere fino a 130 autovetture. Il risultato dei test viene comunicato tramite sms in meno di mezz'ora.  

Sono 407 i pazienti positivi alla SARS-CoV-2 e deceduti con una età inferiore ai 50 anni pari all'1% del totale di 36.008. In particolare, 89 avevano meno di 40 anni e, di questi, 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo. E' quanto emerge dal Report sulle caratteristiche delle vittime da Covid-19 realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), aggiornato al 4 ottobre e che mostra che durante l'estate è anche aumentata l'età media dei decessi.

"Il dato - scrive l'Iss - può essere spiegato da maggiori conoscenze sull'infezione e maggiori capacità di cura". L'età media dei pazienti deceduti e positivi a Sars-Cov-2 è
80 anni ed è più alta di oltre 25 anni rispetto a quella di coloro che hanno contratto l'infezione. 

LA MAPPA E I GRAFICI INTERATTIVI > La situazione dei contagi in Italia

Mettendo a confronto le caratteristiche dei decessi nei due trimestri marzo-maggio e giugno-agosto 2020, emerge dal Rapporto Iss, si nota come nel secondo trimestre aumenta leggermente l'età media (da 77,8 a 81,7 anni) e aumentano i decessi di persone con 3 o più patologie preesistenti, soprattutto fibrillazione atriale e demenza, più che raddoppiate.

L'insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comune nei pazienti deceduti (94,7% dei casi), seguita da danno renale acuto (23,2%), sovrainfezione (18,2%) e danno miocardico acuto (10,9%). La terapia antibiotica è stata comunemente utilizzata nel corso del ricovero (86,6% dei casi), meno usata quella antivirale (57,9%), più raramente la terapia con corticosteroidi (43,5%). In 1138 casi (26,3%) sono state utilizzate tutte e tre le terapie. 

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