Si è spento a Roma dopo una lunga malattia il cantante Rocky Roberts. Celebre personaggio televisivo degli anni '60, raggiunse la celebrità con brani trascinanti come "Stasera mi butto" e "Sono tremendo". Fu scoperto dalla coppia Arbore-Boncompagni. Nato a Miami (Florida) nel '41, Roberts si impose nel nostro Paese per la sua incontenibile energia e la simpatia contagiosa. Anche di recente riproponeva i suoi vecchi successi in giro per l'Italia.
Nato a Miami (Florida, Usa) nel 1941, Rocky Roberts cominciò a dedicarsi alla musica e al rhythmn blues sul finire degli anni Cinquanta, dopo una breve esperienza pugilistica che gli causò la frattura della mandibola. Quindi diventò frontman degli Airdales di Doug Fowlkes: pelle nera, occhiali neri enormi, sorriso comunicativo e grande energia, Rocky Roberts raggiunse la popolarità in Francia nel 1961 interpretando classici Stax e Motown. Nel 1964 vinse il campionato internazionale di rock'n'roll, organizzato a Cannes. Lo notarono Arbore e Boncompagni che lo portarono in Italia facendogli registrare "T-Bird", brano che poi verrà usato come sigla di "Bandiera gialla". In Italia il successo fu immediato.
Nel 1967 Roberts partecipò al Festivalbar con "Stasera mi butto", canzone piena di allegria e di ritmo, che il cantante riuscì a rendere "speciale", grazie alle sue doti da ballerino. Il brano in un attimo fece il giro d'Italia e il successo del singolo (primo posto in hit parade e 18 settimane in classifica) fu tale che al cinema arrivò anche il film dal titolo "Stasera mi butto". Diretta da Ettore Fizzarotti, la pellicola era interpretata dallo stesso Roberts, da Lola Falana (compagna dell'artista Usa), Marisa Sannia e Nino Taranto.
Frequentemente invitato a partecipare a show e spettacoli televisivi, l'artista consolidò il successo interpretando altre canzoni. Il successo di "Stasera mi butto" venne infatti bissato da "Sono tremendo" che gli diede modo di variare dal soul al beat con brani come "Gira gira" (cover di "Reach out I'll be there" dei Four Tops), "Whiter shade of pale", "Ciao ciao" (cover di "Chain of fools", classico di Aretha Franklin), "The beat goes on". La sua simpatica pronuncia americana, quando cantava nella nostra lingua (la sua dizione della lettera "T" rimane una delle caratteristiche piu' divertenti degli anni Sessanta italiani), lo fecere diventare un beniamino anche del pubblico televisivo, spesso affiancato all'altra americana "adottata" dall'Italia dell'epoca, Lola Falana.
Nella carriera di Roberts ci sono altri due film: "Il ragazzo che sorride" con Al Bano e una pellicola americana del 1970 girata anche a Roma, "La ballata del piacere" con Jane Maynsfield in cui interpretava se stesso. Già nel 1968, però, la stella di Roberts cominciò a eclissarsi: si separò dagli Airdales (di cui diventò leader Wess Johnson, che poi diventera' famoso nel sodalizio con Dori Ghezzi), partecipò a Sanremo due volte nel 1969 e nel 1970, prima con Robertino (con il brano "Le belle donne") poi con il Supergruppo ("Accidenti"). Ma il successo ottenuto con le sue canzoni più popolari non arrivò più, nemmeno quando provò a unirsi con altri gruppi come i Pyranas. Il cantante andò a cercare fortuna in Spagna e Francia dove rimase per quasi vent'anni per poi tornare nel nostro Paese alla fine degli anni Ottanta, quando il beat cominciò ad essere oggetto di revival. Poi qualche album di vecchi successi e molte esibizioni nostalgiche in giro per i locali di tutta Italia.