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Sui social spopola #ProudBoys ma non sono i suprematisti bianchi: l'"esproprio" della comunità Lgbtq

Da giorni il nome del gruppo di estrema destra è in tendenza grazie a post di omosessuali, lesbiche e transgender che si baciano o ballano per lanciare un messaggio di tolleranza e amore anziché odio e discriminazione

Appropriarsi del nome di un gruppo razzista, da sempre contro i neri e gli omossessuali, per rovesciarne il messaggio di intolleranza: è la geniale intuizione - diventata virale dall'inizio di ottobre - di cui sono vittima i Proud Boys, la frangia di estremisti americani a cui si è rivolto il presidente Trump nel primo confronto con lo sfidante Biden. La comunità Lgbtq ha "preso in ostaggio" il loro nome usandolo in foto e video - ora ironici, ora provocatori - in cui i protagonisti si baciano e ballano.  

Onda social - Dal "proud" al "pride", dal nero delle magliette scelte come segno distintivo a un'esplosione di colori e arcobaleni: è la nemesi che si è abbattuta sui Proud Boys, il gruppo di estrema destra nato 4 anni fa per sostenere Trump alle elezioni. Sui social la frangia ha fatto la sua fortuna ed è diventata popolare veicolando il suo messaggio di intolleranza, e sullo stesso terreno virtuale è stata beffata dalla comunità Lgbtq, che si è appropriata del nome per beffarla e ribaltarne la comunicazione. 

La beffa dei Proud Boys: da suprematisti a "simbolo" della comunità Lgbtq

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La campagna #ProudBoys
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Da giorni digitando sui social il nome del gruppo di estrema destra, "invocato" da Trump nel primo dibattito elettorale, compaiono foto e video di persone appartenenti alle minoranze che si baciano, sfilano e dissacrano la frangia alt-right. Il padrino dell'iniziativa è George Takei, attore di Star Trek e da sempre attivista Lgbtq: dopo un suo tweet, migliaia di persone hanno inondato spontaneamente i social network, lanciando #ProudBoys in tendenza e svuotando dall'interno l'originario messaggio di odio e violenza.

L'intuizione - Tutto nasce da una provocazione di George Takei, attore di Star Trek e attivista Lgbtq, che su Twitter il 2 ottobre ha scritto: "Che succederebbe se i gay si facessero foto mentre si baciano o fanno cose molto gay, e poi usassero il tag "ProudBoys"? Scommetto che li metterebbe davvero in crisi". In migliaia lo hanno preso alla lettera, sommergendo i social di foto e video con persone che si baciano, marciano e si esibiscono in danze e parate. 

Anche i militari - Il messaggio si è rivelato così potente da coinvolgere anche le forze armate canadesi di base negli Stati Uniti, che hanno rilanciato l'hastag con l'immagine di due soldati che si baciano appassionatamente. Considerato che dai militari raramente arrivano queste prese di posizione, la foto è già diventata il simbolo di questo "contro-movimento". 

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