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Delitto Garlasco, no alla revisione del processo Stasi | La mamma di Chiara: "Speriamo che sia finita davvero"

La corte d'Appello di Brescia ha rigettato la richiesta dopo la condanna in via definitiva del fidanzato della vittima

La corte d'Appello di Brescia ha rigettato la richiesta di revisione del processo che ha condannato in via definitiva Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007. La decisione dei giudici bresciani è stata depositata lunedì mattina. La mamma di Chiara ha commentato la notizia con queste parole: "Ora speriamo che sia finita davvero". 

La mamma di Chiara: "Speriamo sia finita" - Al cronista che l'ha contattata per un commento, la mamma di Chiara, Rita Preda, ha risposto: "Cosa è successo? Io non so niente". E, dopo aver appreso la notizia dell'esito negativo dell'istanza di revisione ha detto: "Ora speriamo che sia finita davvero. Come famiglia eravamo più scocciati delle altre volte per questo continuo insistere. Ma siamo sempre stati tranquilli perché sappiamo che è stato fatto di tutto per accertare la verità".

Corte: "No a prove nuove" - "Confermo il rigetto", ha affermato il presidente della corte d'Appello, Claudio Castelli. "Gli elementi fattuali che si vorrebbero provare con le prove nuove non sono stati comunque ritenuti idonei a dimostrare, ove eventualmente accertati, che il condannato, attraverso il riesame di tutte le prove, debba essere prosciolto, permanendo la valenza indiziaria di altri numerosi e gravi elementi non toccati dalla prove nuove". Lo scrive la corte d'Appello di Brescia nelle motivazioni del rigetto della richiesta di revisione del processo.

Carceri, ecco che lavoro fanno i detenuti "famosi": da Olindo Romano e Rosa Bazzi a Massimo Bossetti

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Alberto Stasi, condannato a 16 anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, è un centralinista di una nota compagnia telefonica all'interno del carcere di Bollate, a Milano
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Salvatore Parolisi, condannato a 20 anni di reclusione per l'omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto a Civitella del Tronto il 18 aprile 2011, frequenta uno stage di formazione per diventare centralinista nel carcere di Bollate, a Milano
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Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, avvenuto a Brembate di Sopra il 26 novembre 2010, si occupa di aggiustare macchine per il caffè nel carcere di Bollate, a Milano
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Olindo Romano, condannato all'ergastolo per la "strage di Erba", avvenuta l'11 dicembre 2006, lavora come cuoco nel centro clinico del carcere Opera, a Milano
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Rosa Bazzi, moglie di Olindo Romano e condannata all'ergastolo per la "strage di Erba", lavora come inserviente nel carcere di Bollate, a Milano. E' anche impegnata nella creazione di borse e accessori di cuoio per una cooperativa che si occupa di progetti in favore dei bambini africani
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Cosina Misseri, condannata all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana il 26 agosto 2010, svolge attività di volontariato per la sartoria della sezione femminile del carcere di Taranto
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Sabrina Misseri, condannata insieme alla madre all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana il 26 agosto 2010, svolge attività di volontariato per la sartoria della sezione femminile del carcere di Taranto
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Angelo Izzo, condannato per la strage del Circeo, avvenuta il 29 settembre 1975, svolge lavori saltuari nel carcere di Velletri
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Veronica Panarello, condannata a 30 anni di reclusione per l'omicidio del figlio Lorys, avvenuto a Santa Croce Camerina il 29 novembre 2014, frequenta un corso per operatore dei servizi sociali nel carcere di Torino
Condannati a pochi anni o all'ergastolo, all'interno delle carceri i detenuti hanno la possibilità di lavorare. Ecco che mansioni svolgono i reclusi "famosi", quelli cioè al centro dei fatti di cronaca puù conosciuti dall'opinione pubblica.

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