Non c'è pace per il Nagorno-Karabakh, regione del Caucaso meridionale, al centro di una contesa tra Armenia e Azerbaigian. Il territorio, composto in prevalenza da armeni e cristiani, si trova all'interno dell'Azerbaigian, e, fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, era effettivamente parte dell'orbita della Repubblica Socialista Sovietica Azera. Con il crollo dell'URSS, però, il Nagorno-Karabakh si è autoproclamato indipendente.
Il motivo del conflitto - Negli anni Venti, la regione era stata promessa all'Armenia dai bolscevichi. Poi però Iosif Stalin cambiò idea per compiacere la Turchia, territorio, alleato degli azeri, in cui voleva esportare il comunismo. Venne così creato l'Oblast (regione amministrativa) Autonomo del Nagorno-Karabkah, inglobato nella musulmana Repubblica Socialista Sovietica Azera. Tutto ciò contro il volere degli abitanti in maggioranza armeni cristiani.
L'indipendenza e la guerra - La decisione di Stalin creò un clima di tensione tra la regione del Caucaso meridionale e le autorità azere. Tensione che sfociò in un conflitto, quando, nel 1988, Nagorno-Karabakh, approfittando del momento di crisi attraversato dall'Unione Sovietica, decise di autoproclamarsi indipendente. Gli azeri si rivolsero all'URSS per porre fine alla secessione senza, però, ottenere alcun tipo di risposta.
La vera e propria guerra civile si è combattuta tra il 1992, quando la regione dichiarò ufficialmente la nascita della nuova Repubblica dell'Artsakh, e il 1994.
L'accordo di Bishkek - Il 5 maggio 1994 Bishkek, in Kirghizistan, il Gruppo di Minsk dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), firmato da Francia, Stati Uniti e Russia, riuscì a imporre un cessate il fuoco. Ma la mancata firma di un accordo di pace non hai mai permesso di mettere fine alle tensioni tra le parti.
Indipendenza de facto - Il Nagorno-Karabakh, protetto dall'Armenia, ha ottenuto l'indipendenza, che però non è stata ancora riconosciuta dalla comunità internazionale. In circa trent'anni di sanguinosi conflitti, si contano circa 30mila morti e più di un milione di sfollati.
"Guerra dei quattro giorni" - Nel 2016, il protrarsi delle tensioni ha portato alla cosiddetta "guerra dei quattro giorni", combattuta tra il 2 e il 5 aprile, durante la quale l'Azerbaigian ha riguadagnato il controllo su alcune parti del territorio, violando gli accordi del 1994.