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Longevità ai tempi del Covid, ecco il decalogo per una vita più sana

Fare due pasti al giorno più uno spuntino, privilegiare alimenti di origine vegetale e variare il menù: le regole sono state elaborate dalla Fondazione Valter Longo Onlus

Ufficio stampa

La pandemia di coronavirus sta influendo sul modo in cui affrontiamo l'età e l'invecchiamento. Secondo la Fondazione Valter Longo Onlus, "lo stile di vita salutare e la corretta nutrizione sono le armi più potenti che abbiamo a disposizione per programmare il nostro organismo ad una longevità sana, rallentando il decadimento cellulare e favorendo una migliore risposta immunitaria alle malattie". Quella della longevità non è soltanto una dieta, ma un vero e proprio stile di vita, basato su 10 regole.

1. Dieta pescetariana: privilegiare alimenti di origine vegetale e inserire il pesce nel menù al massimo due o tre volte alla settimana, evitando quello con alto contenuto di mercurio. E ancora: dopo i 65-70 anni introdurre più pesce, frutta e qualche alimento di origine animale, come latticini e uova per prevenire il dimagrimento e la perdita di massa muscolare.

2. Proteine quanto basta: è consigliabile consumare almeno 0,7/0,8 g di proteine al giorno per chilo corporeo, facendo attenzione ad aumentare questo quantitativo dopo i 65-70 anni come indicato al punto 1.

3. Semaforo verde per grassi insaturi e carboidrati complessi: mai far mancare a tavola i grassi insaturi buoni, a partire dall’olio d’oliva fino alla frutta a guscio e al pesce, e i carboidrati complessi, come quelli che si trovano nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure. Inoltre, va ricordato che la frutta è una fonte di zuccheri semplici e va quindi assunta con moderazione.

4. Variare il menù: variare il più possibile le fonti nutritive in modo che la dieta apporti, in quantità adeguate, proteine, acidi grassi essenziali (omega-3, omega-6), minerali, vitamine e anche zuccheri, che nella giusta misura sono necessari per le cellule.

5. Mangiare alla tavola dei propri antenati: l’ideale è scegliere i cibi che erano presenti sulle tavole dei nonni e bisnonni. Qualche esempio? Preferite i legumi – fave, lenticchie, ceci, lupini – oppure i cereali – orzo, grano, farro, miglio, segale e sorgo, che potrete utilizzare anche per la preparazione di minestre.

6. Fare due pasti al giorno più uno spuntino: questa indicazione è per i soggetti che devono perdere peso. In persone normopeso e con circonferenza addominale non è elevata, è possibile fare tre pasti e uno spuntino.

7. Ridurre l’arco temporale dei pasti: cercare di limitare l’arco temporale in cui si consumano i pasti a 12 ore al giorno. Se, per esempio, si finisce di cenare alle 20.00 la colazione andrebbe consumata dalle 8.00 in poi.

8. Diete Mima-Digiuno prolungate e periodiche: la Dieta Mima-Digiuno è il risultato degli studi clinici del Professor Longo sulla correlazione tra restrizione calorica mediante l’assunzione di una specifica combinazione di macronutrienti per “mimare” il digiuno, e processo di rallentamento dell’invecchiamento cellulare. Si basa sull’assunzione di un menù vegetale, non percepito dall’organismo come “cibo”, che aiuta le cellule a riposare, consentendone la rigenerazione e il ringiovanimento dall’interno. La dieta va seguita sotto la supervisione del nutrizionista e del medico.

9. Quella della longevità non è soltanto una dieta, ma uno stile di vita

10. Mantenere un peso ed una circonferenza addominale idonei: idealmente meno di 90 cm per gli uomini e meno di 75 cm per le donne.

“Per un Paese nel quale vivono più di 7 milioni di anziani, dei quali 4 su 10 con 3 o più malattie croniche, diventa prioritario poter garantire condizioni di salute che permettano un sano invecchiamento, soprattutto quando emergenze sanitarie sconosciute come il Covid-19 rendono le persone anziane più vulnerabili, più fragili e più esposte”, afferma Antonluca Matarazzo, Direttore Generale della Fondazione Valter Longo Onlus, nella 30esima Giornata Internazionale degli Anziani del primo ottobre 2020.

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