Coronavirus, medici cubani che operarono a Crema candidati al Nobel per la Pace
La brìgata "Henry Reeve" offrì il proprio sostegno in Lombardia e non solo a marzo, nel momento di maggiore difficoltà per la pandemia: il sindaco della città nel Cremonese ha annunciato il riconoscimento su Facebook
Offrirono il loro sostegno incondizionato nell'ora più buia per l'Italia, travolta dalla pandemia e in pieno lockdown. Ora i medici cubani della brigata "Henry Reeve" sono ufficialmente candidati al Nobel per la Pace per "l'esempio più sincero di solidarietà internazionale"., come ha scritto il Comitato mondiale per la pace parlando di loro. E Stefania Bonaldi, sindaco di Crema - città principale beneficiaria della loro generosità - li ringrazia.
Esempio di solidarietà - Per due mesi hanno lavorato incessantemente nelle terapie intensive degli ospedali e delle tende da campo a Crema e a Torino, fianco a fianco con i colleghi italiani, per i quali sono stati fondamentali, vista la loro esperienza con le malattie infettive. I cinquanta operatori sanitari cubani - tra medici e infermieri - che offrirono il loro prezioso aiuto all'Italia nelle settimane in cui il Coronavirus colpiva più duro ora ricevono un meritato riconoscimento internazionale: la candidatura al Nobel per la Pace da parte del Consiglio mondiale per la pace, ente riconosciuto dall'Onu.
Coronavirus, pronto a Crema l'ospedale da campo con i medici cubani
La gratitudine del sindaco - La loro prima tifosa è proprio il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, che appena saputa la notizia ha manifestato la sua felicità per gli "hermanos de Cuba" su Facebook: "Difficile esprimere la gioia, la commozione, l'orgoglio, la riconoscenza e lo straordinario affetto che proviamo per i nostri fratelli cubani. Meritano senz'altro il Nobel perché sono stati il migliore esempio dell'umanità che unisce e affratella - ha raccontato il primo cittadino del Cremonese - La loro vittoria sarebbe in un certo senso anche quella della nostra città".
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