Una storia degna di una serie tv, con tanto di lieto fine. Dopo 15 anni il proprietario potrà finalmente riabbracciare il suo violino di fine Seicento rubatogli nel 2005 in Giappone. Merito della caparbietà degli agenti di polizia di Parma, che hanno concluso un'indagine risalente all'aprile del 2019. Allora trovarono lo strumento - un "Nicolò Salvati del 1675 - nella casa di uno spacciatore 48enne originario del Reggino. Mancava l'archetto, scovato ora presso un liutaio del Cremonese.
Quindici anni di attesa - Giappone, Parma e Cremona. Sono gli estremi del triangolo in cui si era perso un capolavoro dell'arte liutaia, un "Nicolò Amati" del 1675. Era stato rubato nel Sol Levante nel 2005 e dopo 14 anni era stato ritrovato dagli agenti del nucleo antidroga della Polizia di Parma in casa di un uomo di 48 anni con precedenti legati al traffico di stupefacenti. Nella custodia mancava l'archetto ma c'era un biglietto da visita di un commerciante specializzato di Cremona.
Un anno e mezzo di indagine - L'uomo - che ora si è reso irreperibile - aveva raccontato di averlo ricevuto dalla cognata, una colombiana residente a Bogotà, che lo avrebbe ricevuto dalla nonna, che a sua volta lo aveva comprato in un banco dei pegni. Una storia chiaramente inverosimile. Navigando su Internet i poliziotti hanno trovato la segnalazione di un violino rubato in Giappone nel 2005, proprio un "Amati" di fine Seicento. L'identikit combaciava perfettamente con quello ritrovato a Parma, come confermato dalla perizia del liutaio cremonese Simeone Morassi.
Archetto a Cremona - E proprio a Cremona si svolge l'ultimo atto della vicenda: qui è stato trovato il prezioso archetto. Ora finalmente lo strumento potrà tornare nelle mani del legittimo proprietario, che ormai non ci sperava più. Ancora un po' di pazienza, però: il violino sarà usato il 29 settembre per celebrare il patrono della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo. Un omaggio più che meritato.