Paco Simone: "Con il dispositivo anti abbandono bimbi in auto rendiamo le famiglie più sicure attraverso la tecnologia"
A TgcomLab parla il founder e ceo di Bluon, la realtà milanese che ha lanciato Mymi, il dispositivo che, grazie a un tracker-portachiavi incluso e alla innovativa app Android e iOS, è la soluzione più completa per tutti i genitori con figli tra 0 e 4 anni
MyMi, il dispositivo anti abbandono per non dimenticare i bimbi in auto
Dallo scorso novembre i dispositivi anti abbandono sono diventati obbligatori per chi viaggia con a bordo piccoli passeggeri (sino a 4 anni), mentre dal 6 marzo sono partite le sanzioni per gli automobilisti sprovvisti. In risposta a queste necessità, Bluon, nata nel 2013, ha ideato il dispositivo per bimbi in auto MyMi, compatibile con ogni tipo di seggiolino e che, grazie a un tracker-portachiavi incluso e alla innovativa app Android e iOS, è la soluzione più completa per i genitori. TgcomLab ne ha parlato con Paco Simone, founder e ceo di Bluon.
Come e quando è nata Bluon?
Bluon è nata come start up innovativa nel 2013 con l’obiettivo di creare prodotti e servizi innovativi per le famiglie e, in particolare, per i bambini. Siamo usciti nel 2015 con il braccialetto intelligente Semiperdo, che serve a trovare più velocemente i bambini quando si smarriscono, e poi nel 2016 con il collare per cani e gatti. Nel momento in cui si è cominciato a parlare della legge che obbliga i cittadini ad avere il dispositivo anti abbandono bimbi in auto, abbiamo deciso di vendere sul nostro e-commerce i dispositivi dei competitors. Quando ci siamo resi conto che molti di questi tornavano indietro per diversi problemi abbiamo deciso di creare il nostro: MyMi.
Come funziona MyMi?
MyMi è composto da un cuscino intelligente universale; un tracker-portachiavi, che si può attaccare alle chiavi dell’auto ed è in grado di emettere segnali acustici e visivi in caso di allontanamento dall’auto con bimbo a bordo; e un’app dedicata per garantire altri 2 livelli di protezione: in caso di allontanamento dal veicolo con bimbo a bordo, l’app è in grado di emettere segnali acustici, visivi e aptici sia allo smartphone del conducente sia, con geolocalizzazione, a tutti i familiari. Il tracker-portachiavi è una particolarità fondamentale per tutti coloro che dimenticano il telefono o che hanno la batteria scarica o che non vogliono usare lo smartphone o ancora che hanno un telefono di vecchia generazione, come per esempio tanti nonni.
Come mamme e papà hanno accolto il dispositivo?
È stato accolto alla grande, abbiamo avuto un grande successo. Il dispositivo è piaciuto tanto anche ai nonni. Perché rende tutto più semplice.
Qual è la percentuale dei genitori che usano i dispositivi anti abbandono?
Nonostante la legge, è bassa. I genitori che si sono dotati di un dispositivo anti abbandono sono il 30/40%. Questa è una cosa molto grave. Esiste anche un bonus stanziato dal governo pari a 30 euro per ciascun dispositivo acquistato. Ma non tutti lo sanno. Erano stati destinati 20 milioni e sembravano troppo pochi, invece i fondi sono ancora disponibili. È arrivato il coronavirus e la gente se ne è completamente dimenticata. Eppure, parliamo di sanzioni pesanti: fino a 333 euro di multa, cinque punti in meno dalla patente e, in caso di recidiva, sospensione della patente.
Qual è l'elemento di forza di MyMi?
Gli elementi di forza di MyMi sono la semplicità d’uso e il design. L’interfaccia è estremamente intuitiva. Abbiamo fatto in modo che l’esperienza d’uso fosse piacevole, immediata e diretta. Perché essendo un prodotto che serve per salvare la vita a un bambino bisogna che sia comprensibile e facilissimo da utilizzare.
Quali sono le competenze più importanti chieste a un manager oggi?
Le competenze più importanti sono la capacità di avere uno sguardo di insieme, e quindi rendersi sempre conto di quello che accade, e quella di saper interpretare al meglio le persone, soprattutto i propri collaboratori per delegare i compiti al meglio. Nessuno può farcela da solo.
Quale consiglio dà a chi vuole intraprendere una carriera nel settore in cui opera?
Il consiglio che mi sento di dare è di essere perseveranti, di non farsi scoraggiare, perché con impegno, competenza e intuito si può riuscire. E ancora, di essere tenaci e se si è convinti di un percorso di portarlo avanti ascoltando il mercato, i collaboratori, i fornitori e i clienti.
Come la pandemia ha cambiato il settore?
Come accennavo, la pandemia ha causato una disattenzione pericolosa rispetto al tema. Una disattenzione che dovrebbe essere colmata dai media e dal governo, in questo momento concentrati su altro.
Quali sfide vi aspettano?
Adesso l’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione sulla necessità di dotarsi del dispositivo. Non c’è solo il problema delle sanzioni. Bisogna anche aumentare la consapevolezza sull’amnesia dissociativa, molto più diffusa di quanto si pensi. È vero che raramente si arriva al livello di dimenticarsi il proprio bimbo, però può accadere in ogni momento e a ciascuno di noi. Per cui è importante porvi rimedio il prima possibile. E noi lavoriamo per questo: per salvare anche un singolo bambino e per rendere ogni giorno le famiglie più sicure attraverso la tecnologia, una tecnologia semplice.
Come si tiene aggiornato?
Con passione. Mi tengo sempre aggiornato sulle nuove tendenze italiane e internazionali utilizzando tutti i media a disposizione oggi, perché ciascuno offre una sfaccettatura diversa del tema.
Come trascorre il suo tempo libero?
Molto con i miei bambini. Grazie allo smartworking, ora li vivo di più.
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