IL TESTO DELLA COMMISSIONE

Migranti, nuovo piano Ue: ricollocamenti e rimpatri diventano obbligatori | Ma Praga dice no

Bruxelles: "Alleggeriremo il peso sui Paesi di primo ingresso, tutti gli Stati dovranno mostrare solidarietà verso quelli sotto pressione"

© Ansa

Per i migranti salvati in mare scatterà in automatico "il meccanismo di solidarietà con ricollocamenti e rimpatri" e sarà alleggerita la responsabilità dei Paesi di primo ingresso. Lo prevede il Patto per asilo e migrazione presentato dalla Commissione Ue per riscrivere le regole sull'emergenza profughi. Il piano trova però già i primi ostacoli con il netto no arrivato da Praga.

"Ciò che proponiamo oggi costruirà una politica migratoria a lungo termine che possa tradurre i valori europei in una gestione pratica", ha spiegato la commissaria Ue Ylva Johansson. "Ciò significherà procedure di frontiera più veloci in modo che le persone non debbano aspettare nel limbo. Significa una cooperazione rafforzata con i paesi terzi per rimpatri rapidi, percorsi più legali e azioni decise per combattere i trafficanti di esseri umani. Fondamentalmente protegge il diritto di chiedere asilo".

Solidarietà obbligatoria per i Paesi sotto pressione "Se un Paese ritiene di essere sotto pressione - e questo può significare sia che i flussi sono troppo forti per essere gestiti, oppure che c'è una combinazione di fattori, come ad esempio un terremoto, o la pandemia - può chiedere l'attivazione del meccanismo di solidarietà obbligatoria. Sarà poi la Commissione europea a valutare la sua entrata in funzione".

"Distribuzione della responsabilità sarà migliore" Il nuovo patto interviene sulle regole attuali per alleggerire il peso sui Paesi di primo ingresso. Se attualmente, infatti, il regolamento di Dublino pone tutta la responsabilità per il migrante entrato illegalmente nell'Ue sul Paese di arrivo, salvo alcuni casi, e presenta "scappatoie che permettono ai migranti di fuggire e andare a chiedere asilo nello Stato di sua scelta", la nuova proposta "chiude le scappatoie e introduce modifiche che consentono una distribuzione più giusta della responsabilità". Citando esempi di alleggerimento della responsabilità, la commissaria Johansson ha spiegato: "Se il migrante ha già un parente nell'Ue, il Paese in cui risiede il congiunto sarà responsabile anche per il nuovo arrivato. Se il migrante in precedenza ha lavorato o studiato in uno Stato diverso dal primo ingresso, quel Paese sarà responsabile".

Von der Leyen: "Patto per ricostruire fiducia dei cittadini""Oggi proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e per ripristinare la fiducia dei cittadini nella nostra capacità di gestire come Unione", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. "L'Ue ha già dato prova in altri settori della sua capacità di fare passi straordinari per conciliare prospettive divergenti - afferma -. Ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto, col giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità".

Praga rifiuta l'obbligo di ricollocamenti A poche ore dalla presentazione del piano, arriva però già il primo no. La Repubblica Ceca rifiuta infatti qualsiasi redistribuzione obbligatoria dei migranti tra i Paesi membri dell'Ue. Lo ha detto il ministro dell'Interno Jan Hamacek (Cssd, democratici sociali), che ha escluso l'obbligo di accogliere i migranti: "Siamo contrari. Non saremo d'accordo con nessuna proposta contenente l'obbligo di ricollocamento", ha dichiarato, ricordando che Praga ha assunto questa posizione da tempo insieme agli altri Visegrad (Slovacchia, Polonia, Ungheria) e ai Paesi baltici.