L'emergenza coronavirus oltre che una crisi sanitaria sta causando anche "una grave crisi economica, che genera ancora poveri e famiglie che non sanno come andare avanti". Lo ha detto papa Francesco che ha invitato a combattere soprattutto la "povertà farmaceutica" e a rendere "universale" il vaccino. "Sarebbe triste se si desse priorità ai ricchi o se diventasse proprietà di singole nazioni", ha aggiunto il Pontefice".
"Mentre si opera l'assistenza caritativa, bisogna combattere anche questa povertà farmaceutica, in particolare con un'ampia diffusione nel mondo dei nuovi vaccini", ha detto il Papa ricevendo in udienza nell'Aula Paolo VI i membri della Fondazione "Banco Farmaceutico" in occasione del ventennale della nascita.
I più vulnerabili - "Chi vive nella povertà è povero di tutto, anche di farmaci e quindi la sua salute è più vulnerabile. A volte si corre il rischio di non potersi curare per mancanza di soldi, oppure perché alcune popolazioni del mondo non hanno accesso a certi farmaci", ha aggiunto Francesco.
Etica e cura - Secondo il Pontefice "sul piano etico, se c'è la possibilità di curare una malattia con un farmaco, questo dovrebbe essere disponibile per tutti, altrimenti si crea un'ingiustizia. Troppe persone, troppi bambini muoiono ancora nel mondo perché non possono avere quel farmaco che in altre regioni è disponibile, o quel vaccino", ha sottolineato.
L'appello a uno sforzo comune - Papa Francesco poi ha lanciato un vero e proprio appello: "Vi propongo invece di globalizzare la cura, cioè la possibilità di accesso a quei farmaci che potrebbero salvare tante vite per tutte le popolazioni. E per fare questo c'è bisogno di uno sforzo comune, di una convergenza che coinvolga tutti. E voi siete l'esempio di questo sforzo comune". Poi Francesco si è augurato "che la ricerca scientifica possa progredire per cercare sempre nuove soluzioni a problemi vecchi e nuovi".
Una più equa distribuzione - Secondo il Pontefice, infine, "le aziende farmaceutiche, sostenendo la ricerca e orientando la produzione, generosamente possono concorrere a una più equa distribuzione dei farmaci". Inoltre, "i farmacisti sono chiamati a svolgere un servizio di cura in prossimità alle persone più bisognose, e in scienza e coscienza operano per il bene integrale di quelli che a loro si rivolgono. Anche i governanti, attraverso le scelte legislative e finanziarie, sono chiamati a costruire un mondo più giusto, in cui i poveri non vengano abbandonati, o più brutto ancora, scartati", ha concluso.