Andrea Bernardini: "I nostri punti di forza? Capacità di innovare e gestione familiare"
Il direttore commerciale di Cmbitaly-Technoilogy parla a TgcomLab della società leader mondiale nella fornitura di impianti per l'estrazione e raffinazione degli oli vegetali e dei grassi animali
Cmbitaly Technoilogy: il team
Oltre 65 anni di storia, esperienza, eccellenza. Capacità innovativa. Conduzione familiare. Sono questi gli ingredienti del successo di Cmbitaly-Technoilogy, società leader mondiale nella fornitura di impianti per l’estrazione e raffinazione degli oli vegetali e dei grassi animali (www.technoilogy.it). Andrea Bernardini, nipote del fondatore Ernesto, in questa realtà ci è cresciuto e ne ha poi preso parte. Oggi è il direttore commerciale. A TgcomLab ha parlato dell’azienda, del settore, delle conseguenze della pandemia e di cosa voglia dire essere un manager a 33 anni. Cmbitaly-Technoilogy
Come è quando è nata Cmbitaly-Technoilogy?
Cmbitaly-Technoilogy nasce nel 1950 da un'idea di mio nonno Ernesto Bernardini, ingegnere di grande talento e pioniere nel settore della lavorazione degli oli e grassi. I libri di testo da lui scritti negli anni '70 hanno fatto storia e sono ancora oggi utilizzati in molte Facoltà di ingegneria e aziende internazionali. In pochi anni, prima sotto la sua guida e poi sotto quella di mio padre, la nostra società si è affermata come leader mondiale nella fornitura di impianti per l'estrazione e raffinazione degli oli vegetali e dei grassi animali. Agli inizi del 2000 siamo stati i primi ad entrare nel campo della Produzione di Biodiesel da oli di frittura e materie grasse di bassa qualità, sviluppando tecnologie all'avanguardia per la sostenibilità ambientale. Oggi siamo riconosciuti come società leader nel trattamento di materiali di scarto per la produzione di biocarburanti per trazione a basso inquinamento.
Come è arrivato a ricoprire l'incarico attuale?
La mia formazione è iniziata molto presto. A 17 anni avevo già fatto il mio primo stage estivo su un impianto di raffinazione di olio di palma e produzione di Biodiesel in Colombia. Il periodo universitario l'ho trascorso tra manuali di studio e viaggi di lavoro all’estero. Mio padre mi ha catapultato nel mondo del lavoro fin da subito - cosi come fece mio nonno con lui - e questo mi ha permesso non solo di imparare le basi del mestiere ma anche di acquisire un'apertura mentale verso gli altri che si è poi rivelata cruciale nel mio ruolo di Direttore Commerciale. A 21 anni avevo già visto gran parte del mondo, parlavo 3 lingue avevo e avevo conosciuto clienti che ancora oggi lavorano con noi. Oggi ho 33 anni e ricopro questa posizione da 6 anni ma ci sono dovuto arrivare, questo non è un settore dove puoi improvvisare.
Qual è l'elemento di forza della sua azienda?
Il primo punto di forza è sicuramente la capacità innovativa. Bisogna seguire le tendenze del mercato, avere il coraggio di lanciarsi - a volte anche di cambiare – e arrivare prima degli altri. Vorrei aggiungere però, anche se potrebbe sembrare un affermazione insolita in un mondo globalizzato come lo è oggi il nostro, che un altro nostro punto di forza è certamente la conduzione famigliare. Sappiamo tutti che il tessuto produttivo italiano è per la maggior parte costituito da piccole e medie imprese che hanno raggiunto livelli di eccellenza tali da rendere il Made in Italy un marchio di fabbrica internazionale. Spesso le multinazionali preferiscono affidarsi a noi non solo per la nostra reputazione di azienda tecnologicamente all’avanguardia ma anche per il nostro modo di lavorare snello ed efficiente. La nostra squadra è molto affiatata ed è composta da professionisti internazionali di diverse età e competenze che coprono tutte le aree geografiche.
Qual è la competenza più importante chiesta a un manager oggi?
Di competenze bisogna averne diverse: conoscenza approfondita del settore in cui si lavora, capacità di comunicare in diverse lingue e instaurare un feeling con il cliente, rapidità di pensiero, attitudine ad essere un team leader. L'elenco è lungo. Le competenze, però, le hanno in molti quindi non ci si può fermare a quel che è già acquisito. Bisogna saper fare la differenza, capire dove va il mercato e essere sempre un passo avanti agli altri. Tornando a quello che dicevo prima, bisogna innovare, soprattutto in settori altamente competitivi. Ci sono competenze che nessuno ti insegna, come l’intuito e l'ingegno. E anche una buona dose di ottimismo.
Quale consiglio dà a chi vuole intraprendere una carriera nel settore in cui opera?
Innanzitutto studiare a fondo ciò che si vende e tenersi sempre aggiornati sulle nuove tecnologie che il mercato mette a disposizione. Solo in questo modo risulti essere una persona competente. Sembrerà banale ma devi sapere quello che stai dicendo. Noi lavoriamo con tutti i Paesi del mondo e pertanto dobbiamo confrontarci con esigenze molto diverse tra loro anche quando si tratta dello stesso tipo di impianto. Ci sono fattori ambientali, economici, culturali che possono essere molto condizionanti e pertanto bisogna avere una perfetta padronanza della materia. L'ingegneria applicata all'industria olearia è un settore di nicchia ma molto complesso e competitivo, non ci si può permettere di commettere errori. E poi ci vuole tanta passione, perché fare il Direttore Commerciale è un lavoro estremamente impegnativo, che richiede una dedizione totale.
Come la pandemia ha cambiato il settore?
Più che cambiato lo ha stravolto. La pandemia non è un fenomeno localizzato, coinvolge tutti i Paesi del mondo, anche quelli più industrializzati, e le conseguenze non sono ancora chiare. Noi non siamo stati colpiti perché lavoriamo con commodities quali oli e derivati. L'industria olearia non può fermarsi per definizione anche se un certo rallentamento è endemico al fenomeno pandemico. Quel che è cambiato è sicuramente il nostro modo di lavorare perché con le restrizioni sui viaggi imposte dal coronavirus, il rapporto con il cliente è diventato virtuale e, come molti, ci siamo dovuti affidare alle piattaforme online per tutte quelle attività e meeting che solitamente avvenivano di persona.
Quali sfide vi aspettano?
Credo che la sfida principale sarà quella di diversificare le attività e posizionarsi su nuovi segmenti di mercato. Abbiamo già iniziato a farlo, ma continueremo. Puntiamo ad espanderci il più possibile, dall'inizio dell'anno abbiamo addirittura aperto nuovi uffici commerciali in India e Malesia. Mi piace guardare al futuro con ottimismo, e poi amo le sfide.
Come si tiene aggiornato?
Principalmente attraverso Internet. Non so come farei senza il web dal momento che sono sempre in movimento.
Come trascorre il suo tempo libero?
La parola tempo libero mi fa sorridere perché ne ho davvero poco. Ho una figlia di appena 2 anni e pertanto gli spazi che riesco a ritagliarmi sono interamente dedicati a lei.
Un ricordo particolare legato all’azienda?
I ricordi più belli sono legati ai viaggi con mio padre. La sua vicinanza mi ha permesso di costruirmi una professionalità e se sono arrivato dove sono oggi è solo grazie a lui, a Mario Bernardini, un uomo ancora oggi instancabile e il cui nome è ormai un punto di riferimento per tutto il nostro settore. Pertanto mi piacerebbe chiudere con un ringraziamento speciale a mio padre.
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