Ci sono sempre meno cani e gatti randagi in giro per le strade di Dubai. Le associazioni volontarie che si occupano dell'assistenza e della cura dei randagi negli Emirati Arabi Uniti sospettano che dietro queste sparizioni ci sia la volontà di ripulire la città in vista dell'Expo, in programma dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022. Rimandato di un anno a causa del Covid-19, si terrà nel 50mo anniversario dalla fondazione del Paese.
La lettera - Il dito è puntato contro società che, soprattutto di notte, catturano i gatti, indipendentemente dal fatto che abbiano il collare oppure no. Ne prendono quanti più possono e "li portano nelle aree industriali o nel deserto in modo che possano morire di fame. Un'agonia lenta e dolorosa", si legge in una lettera-appello che gira sul web e in cui si afferma anche che "secondo il governo e il Comune di Dubai, rimuovere i randagi dalle strade porterà al Paese una reputazione migliore". L'appello di un volontario, che è voluto rimanere anonimo, è di tenere il più possibile in casa i propri animali domestici. Sono inoltre previste multe più salate per chi viene sorpreso a nutrire un randagio: 500 aed, pari a 115 euro.
Aumento di animali abbandonati - Durante la pandemia, gli Emirati Arabi Uniti hanno visto moltiplicarsi il numero di cani e gatti abbandonati per il timore infondato che potessero trasmettere il virus. Questa falsa credenza era circolata sul social media cinese Weibo, e aveva spinto alcune persone a gettare i propri animali giù dai palazzi. Secondo i dati diffusi a febbraio dall'associazione Kittysnip, durante il picco dei contagi le richieste di dar via i propri cani e gatti sono state decine ogni settimana.
Per smentire questa falsa credenza era intervenuta anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità: "Non ci sono prove che gli animali da compagnia o animali domestici come cani o gatti possano essere infettati dal nuovo coronavirus". Anche cani e gatti hanno le proprie malattie virali della famiglia del coronaviurs, "ma queste non sono zoonotiche, quindi non possono infettare gli esseri umani", aveva affermato Steve Tigere della Pets Oasis Abu Dhbi Veterinary Clinic.
La petizione - E' stata creata così una petizione su Change.org, che ha già raccolto quasi duemila firme : "Chiediamo al governo degli Emirati Arabi di trasformare i rifugi dove si uccidono gli animali, in ripari veri e propri dove abbiano la possibilità di essere adottati e di vivere".