Si torna a scuola: studenti incerti ed emozionati, ma per 1 su 10 il primo giorno è rimandato
Molti temono per i contagi, ma per tanti altri il vero incubo è dover recuperare le lacune accumulate lo scorso anno.
Doveva essere il giorno del grande ritorno in classe per la maggior parte degli studenti d'Italia. Ma, per alcuni di loro, il 14 settembre non coincide con la prima campanella del post-lockdown ma sarà solamente l'ennesimo lunedì d'estate. Perché anche nelle regioni in cui si è scelto di ripartire oggi, per circa 1 su 10 la scuola non è riuscita ad attrezzarsi in tempo con le norme anti-Covid e posticiperà l'apertura, nella migliore delle ipotesi, nei prossimi giorni; altrimenti tutto sarà rinviato a dopo le elezioni (assieme agli alunni delle regioni che già avevano spostato la data d'inizio al 24 settembre). A dirlo sono gli stessi ragazzi – 4mila studenti di medie e superiori – intercettati da un sondaggio di Skuola.net.
Un back to school all'insegna dell'incertezza
Insomma, i timori della vigilia su un possibile rinvio dell’inizio delle lezioni da parte di alcuni istituti scolastici meno pronti rispetto agli altri non sembrano avere dimensioni bibliche: il 90% degli alunni, tra quelli che secondo il calendario della propria regione oggi sarebbero dovuti tornare a scuola, si sono effettivamente seduti in classe. E proprio loro, alla vigilia della ripresa, hanno raccontato che 'sapore' avrà varcare nuovamente il cancello di scuola dopo oltre sei mesi d'assenza. Il sentimento prevalente (21%) è l'incertezza: non poteva essere altrimenti, vista la situazione inedita con cui si dovranno confrontare (tra mascherine, distanziamento e regole di comportamento da rispettare). Subito dietro, però, c'è l'emozione (18%) tipica di ogni debutto ma quest'anno accentuata da un attesa che si prolunga dalla fine di febbraio. Al terzo posto la paura (12%).
La paura c'è, ma non è legata solo al Covid
Una condizione, quest'ultima, che non monopolizzerà i pensieri degli studenti ma che è comunque molto diffusa. Quasi 2 su 3 'confessano', con vari gradi d'intensità, di temere la ripresa della routine scolastica. Un approccio innescato soprattutto dalla paura di contrarre il virus: è così per poco meno della metà di loro (43%). Anche gli strascichi della didattica a distanza, però, si fanno sentire: il 34% è consapevole di aver accumulato tante lacune e non è così sicuro di riuscire a recuperarle. Mentre il 13% pensa di aver perso l'abitudine ad affrontare le lezioni in presenza, insieme a tante altre persone.
Contenti di ritrovare anche i docenti
Ma il back to school 2020 ha anche un'altra particolarità: mai come stavolta i ragazzi sono stati lontani dai propri compagni per così tanto tempo (almeno per motivi didattici). L'assenza prolungata avrà alimentato la voglia di rivederli? La risposta è sì: il 34% non vedeva l'ora di ritrovare la sua classe per intero (o quasi), il 43% solo alcuni componenti; da non sottovalutare però quel 23% per cui la voglia di tornare a condividere con loro le giornate è poca se non addirittura inesistente. Forse per questo non tutti sono contenti di abbandonare la didattica online: per il 28% si poteva andare tranquillamente andare avanti in quel modo. Atteggiamento più 'tiepido' ma lo stesso confortante nei confronti degli insegnanti: alla maggior parte degli studenti (62%) sono mancati, ovviamente non tutti.
Niente compagno di banco? Un dramma
Ma la gioia sarà immediatamente smorzata da un piccolo psicodramma: la scomparsa del compagno di banco, una figura fondamentale per tantissimi studenti; più di 2 su 3 ammettono di non essersi ancora rassegnati all'idea di non poter aver qualcuno a fianco con cui rendere meno pesanti le interminabili giornate di scuola. Ma sono tanti i momenti a cui dovranno rinunciare i ragazzi nei prossimi nove mesi. Le cose più difficili da digerire? A spiccare è il dover fare ricreazione senza poter stare assieme alle altre classi (31%), seguita dalla gita scolastica (21%) e dai baci e dagli abbracci con gli amici all'entrata e all'uscita di scuola (16%).
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