"Non mi hanno dato scelta: sono stato costretto a uno sciopero della fame. Sono sequestrato, mi sento oltre che prigioniero politico anche prigioniero di una sporca guerra, guerra tra lo Stato e la lotta armata". Sono le dichiarazioni che il terrorista Cesare Battisti ha affidato al suo legale. "Questa è vendetta di Stato, vendetta nei miei confronti a distanza di oltre 40 anni dalle contraddizioni sociali", ha detto ancora Battisti.
"Il '68, in italia, è durato 15 anni. La guerra delle istituzioni nei miei confronti viene esternata con la segretazione degli atti, con l'isolamento forzato e illegittimo e con una classificazione retroattiva di 41 anni", ha continuato Cesare Battisti. attraverso il suo legale Gianfranco Sollai, che lo ha incontrato nel carcere di Massama (Oristano).
Secondo l'ex Pac, quelle contraddizioni sono "frutto dello stesso Stato e hanno generato anche il fenomeno della lotta armata che ha visto, come risaputo, coinvolte oltre un milione di persone, 60mila fermi e 5.800 condanne, come riportato a suo tempo dal Presidente della Repubblica Cossiga. E tutt'oggi lo Stato vuole per tutto ciò sacrificare me in nome di una giustizia che non c'è".