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Eutanasia, Corte d'Assise: discriminante sono cura farmacologica e assistenza

Secondo la difesa, Trentini era sottoposto a trattamento di sostegno vitale per le cure farmacologiche che doveva seguire e per l'assistenza specifica di cui aveva bisogno per sopravvivere

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Per trattamento di sostegno vitale "deve intendersi qualsiasi trattamento sanitario interrompendo il quale si verificherebbe la morte del malato anche in maniera non rapida". Lo afferma la corte d'Assise di Massa Carrara, motivando la sentenza con cui il 27 luglio ha assolto Marco Cappato e Mina Welby dall'accusa di istigazione e aiuto al suicidio di Davide Trentini. A rendere nota la motivazione l'associazione Luca Coscioni.

Secondo la difesa, Trentini era sottoposto a trattamento di sostegno vitale per le cure farmacologiche che doveva seguire e per l'assistenza specifica di cui aveva bisogno per sopravvivere. Il trattamento di sostegno vitale è uno dei requisiti indicati dalla sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale con cui, ricordano i giudici di Massa, la Consulta, decidendo sul caso di dj Fabo, tenuto in vita da macchinari, "ha creato una nuova causa di giustificazione in presenza della quale l'agevolazione del suicidio non è punibile".

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