IL NUOVO ALBUM DOPO TRE ANNI

Riki: "Ho imparato dagli errori, torno più forte di prima"

Il cantante presenta a Tgcom24 il nuovo album "Popclub"

di Santo Pirrotta

© Ufficio stampa

Per Riki "Popclub" è un nuovo inizio. Un album che arriva dopo tre anni, dopo che il cantante ha "distrutto tutto per tornare più forte di prima". E' voltato in Sudaerica, ha detto no ai tormentoni estivi e alle facili collaborazioni. Si è fermato a riflettere per evitare che tutto fosse "dovuto". Il risultato sono undici brani in cui spazia dal pop al R'n'b fino a un pezzo parlato. A Tgcom24 il cantante racconta la rinascita.

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Riki, come è andata la partita del cuore?
Mi sono divertito e ho preso un sacco d botte (ride, ndr). Ho segnato e anche se abbiamo perso è stato un bellissimo evento, ho rivisto tanti amici e artisti che non vedevo da tempo.

Sei tornato a cantare live, cosa ha significato per te?
Non vedevo l'ora di tornare all'Arena di Verona, dove ho cantato per ben tre volte. E' stato il palco più importante per me, che mi ha sempre trasmesso grandi emozioni. C'era un muro di persone tutte distanziate ma era come se ci fossero. Avevo tanta voglia di tornare a cantare dopo tanto con musica nuova, sono tornato a fare le cose in modo sincero, onesto, vero.

A proposito di musica nuova, ci racconti “PopClub”? Perché hai aspettato tre anni?
Ho avuto davvero tantissimo dopo Amici. Ho voluto staccare per potermi reinventare. Sono andato in Sudamerica, ho sperimentato tanto, forse troppo, ma tornando indietro rifarei tutto. Come la vita che è fatta di alti e bassi, quando sei più in basso riesci ad apprezzare meglio quello che hai avuto. Il titolo parla delle etichette che mi sono state cucite addosso, il ragazzo pop. Che ormai è un genere non genere. E nel disco si sente. Passo dal cantautorato al pezzo più R'n'b, c'è anche un pezzo parlato. Ogni canzone ha un genere ad hoc.

E' un nuovo percorso?
Sì. Sono stato molto coraggioso, potevo cavalcare l'onda e fare “Perdo le parole” 2-3-4-5. Fare le hit estive, le collaborazioni. Ma ho voluto isolarmi, perché quando hai tutto ti sembra dovuto. Mi sono fermato. Ho fatto cose anche estreme. Ora si torna ad essere più razionali e maturi, dopo il Covid sicuramente.

Il successo non ti ha cambiato?
Non credo. Piuttosto mi ha privato di tante cose per me fondamentali, come vivere una vita normale e poter scrivere. Ed è anche per questo che il disco è uscito dopo tre anni.

Cosa tieni del passato e cosa lasci?
Mi piacerebbe tenere tanti errori, che aiutano a crescere. Non lascio niente. Le cose belle e quelle brutte.

Ci racconti questa passione per il design?
Ho sempre avuto due piani A: musica e design. Sono innamorato dell'arte e il design è contemporaneo. Sto disegnando una lampada bellissima che si chiama "Per due": c'è un elemento che per funzionare ha bisogno di una altro elemento altrimenti non funziona.

A proposito di amore, sei innamorato?
Sì. Da due anni ho una bellissima storia con Sara, una ragazza molto pura e fragile, mi piace che sia sempre distante dalla società fatta di social, è una persona reale e mi dà tanto equilibrio.