Il Citrobacter, batterio killer che ha ucciso quattro bambini in terapia intensiva all'Ospedale della Donna e del Bambino, in provincia di Verona, si annidava in un rubinetto dell'acqua. La scoperta della commissione guidata dal professor Vincenzo Baldo ha scatenato la reazione di Francesca Frezza, mamma di una delle giovanissime vittime della vicenda. La donna, prima a denunciare pubblicamente l'accaduto a fine 2019, sta protestando a oltranza davanti alla struttura chiedendo le dimissioni dei vertici del nosocomio.
Riaperto l'intero reparto - Il batterio aveva causato, tra il 2018 e l'inizio di quest'anno, la morte di quattro bambini ricoverati nel reparto di terapia intensiva, costringendo i responsabili alla sua chiusura. Decisiva per far venire alla luce la presenza del Citrobacter fu la lotta di Francesca Frezza, madre di Nina, che ha reso pubblica l'accusa di "accanimento terapeutico" nei confronti della figlia scomparsa nel novembre 2019. L'intero reparto di ostetricia, fermo dal 12 giugno scorso, è stato riaperto dopo aver provveduto alla sanificazione di tutti gli ambienti.
Mamma in protesta: "Confermano tutto ciò che ho sempre pensato" - L'esito delle indagini guidate dal dottor Baldo ha spinto Francesca Frezza a lanciare una protesta a oltranza davanti all'Ospedale della Donna e del Bambino: "Sono qui perché l'autorevole commissione ha confermato tutto quello a cui ho sempre pensato: mia figlia è morta per mancanze igienico-sanitarie", ha commentato la donna.
"Oggi chiedo in attesa della magistratura le dimissioni in via temporanea del dottor Paolo Biban, direttore del reparto Pediatria a indirizzo critico, della dottoressa Chiara Bovo, direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera, del direttore generale Francesco Cobello e del dottor Franchi, direttore del Dipartimento materno-infantile". Frezza ha dichiarato di non credere alle spiegazioni che sono state fornite dal nosocomio: "L'unica decisione che andava presa era chiudere subito e non aspettare che rendessi pubbliche le perizie del medico legale. Il direttore Cobello ha dichiarato di essere venuto a conoscenza del Citrobacter il 12 giugno, ma nella cartella clinica di mia figlia c'era già scritto da maggio 2019".
Il governatore Zaia: "Relazione inviata in Procura" - "Ho dato disposizione al segretario regionale della Sanità di inoltrare tale relazione alla Procura della Repubblica e di renderla disponibile all'Azienda Ospedaliera, così che i genitori dei bambini colpiti dal batterio possano conoscerne fin da subito gli esiti". Sono le parole del governatore della Regione Luca Zaia, che in passato aveva già affrontato l'argomento del Citrobacter. Nel giugno scorso infatti, aveva annunciato la chiusura del reparto di ostetricia in una conferenza stampa molto discussa insieme al leader della Lega Matteo Salvini. L'ex ministro in quell'occasione venne fortemente contestato per il gesto "irrispettoso" di mangiare ciliegie mentre il governatore del Veneto illustrava le fatali conseguenze del batterio.