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Francesco Borrelli pestato davanti al San Giovanni Bosco: "Mai come questa volta ho temuto il peggio"

Il consigliere regionale della Campania racconta i momenti di paura durante l'aggressione. Il referto: setto nasale rotto e trauma cranico ma la sua battaglia non si ferma

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Schiaffi, calci e pugni con una violenza inaudita. Un'aggressione brutale davanti all'ospedale san Giovanni Bosco, dove il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, stava conducendo un'inchiesta documentando, tra l'altro, la presenza di parcheggiatori abusivi. Fortunatamente le sue condizioni fisiche non sono gravi ma dalla sua voce si percepisce tutta la paura vissuta in quegli attimi interminabili. Una prognosi di dieci giorni per una frattura al setto nasale e un trauma cranico (ancora sotto osservazione), questo il risultato per aver "difeso gli interessi di tutti i cittadini napoletani". 

Borrelli, ricandidato capolista al Consiglio regionale della Campania nella lista ambientalista "Europa Verde", è noto per le sue crociate contro i parcheggiatori abusivi è i casi di malasanità a Napoli e non solo. "Cinque anni fa, la gestione del San Giovanni Bosco era completamente diversa. Una (finta) cooperativa si era insediata all'interno dell'area parcheggi con tanto di gabbiotto e transenne abusive. Controllava il traffico in entrata e uscita delle auto, ma soprattutto il pagamento che teoricamente sarebbe dovuto essere gratuito".

Una situazione che, seppur paradossale, si vede spesso a in città e in tante altre zone d'Italia. Un malcostume che "per quieto vivere" molto spesso viene tollerato per non incorrere in spiacevoli conseguenze. Ma i problemi del San Giovanni Bosco non si fermavano a questo. Si perché dentro l'ospedale la situazione era ancora più surreale, denuncia Borrelli. 

Avete mai visto un pronto soccorso con una pizzeria? A Napoli sì. Fino a qualche tempo fa infatti "a destra c'era il triage e sinistra una bella pizzeria napoletana" e tutto "all'insaputa" della Asl. Il problema - aggiunge il consigliere regionale - è che "a gestire il ristorante c'era una ditta sulle cui spalle gravava un'interdittiva antimafia" e grazie all'intervento della Guardia di Finanza è stata smantellata. Ma purtroppo non si fa in tempo a risolvere un problema che ne viene a galla subito un altro. 

Nell'ospedale, già tristemente noto per un'invasione di formiche e per la mancanza di posti letto dignitosi per tutti i degenti, anche prendere un caffè si trasforma in un "finanziamento di attività illecite". Il problema - dice Borrelli - stavolta riguardava i distributori automatici. "Come sono stati installati? Abusivamente, è ovvio. Nessun appalto. Un bel giorno sono arrivate delle persone e con un po' di intimidazione hanno allacciato le macchinette di acqua e caffè alla corrente". 

Ma con anni di lotta e con tutta la determinazione che in questi casi bisogna trovare, Borrelli è riuscito a denunciare una dietro l'altra tutte le situazioni ambigue del San Giovanni Bosco. E in quegli attimi che hanno preceduto l'aggressione era lì proprio per documentare via Facebook il grande cambiamento dell'ospedale frutto di anni di battaglia. Ma sono bastati pochi minuti di diretta per scatenare la brutale aggressione. 

"Proprio di fianco all'ospedale c'è il Rione Amicizia di Napoli 1" - che di amichevole ha solo il nome - "legato al clan Contini. Credo che abbiano visto il video sui social e arrivati apposta per darmi una lezione." E anche l'intervento delle guardie giurate non è bastato per placare la furia degli aggressori. Ora Borrelli non si arrende. "Ho denunciato alla polizia e alcune persone sono già state fermate ma ora spero che si faccia chiarezza e soprattutto giustizia"

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