Glen Keane, volto simbolo della Disney, è stato ospito della 50esima edizione del Giffoni Film Festival. In collegamento streaming, l'animatore statunitense ha risposto alle domande e alle curiosità dei giovani in platea. Parlando dei suoi personaggi che ha creato nella sua lunga carriera (la Sirenetta, la Bestia, Aladdin, Pocahontas) ha spiegato che "esistono ancor prima di progettarli, ne ho avuto prova durante la mia carriera". Diversi i consigli di vita dati ai giovani giurati: ""È importante essere aperti, ascoltare e saper leggere i segni che Dio ci manda. Bisogna restare umili, ascoltare le idee che vengono dalle altre persone, avere la capacità di restare sorpresi".
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Nella cittadina in provincia di Salerno si è giunti al giro di boa di questa seconda parte del Giffoni 50. Nell'incontro con i giurati della categoria Generator +13, Glen Keane ha parlato del suo nuovo film "Over The Moon-Il fantastico mondo di Lunaria": "È un film che nasce dal desiderio di parlare d'amore. Ci sono voluti tre anni per realizzarlo. Ha a che fare con personaggi che credono che l'impossibile può diventare possibile. Il personaggio principale Fefè ha perso la mamma, il papà si vuole risposare e lei non riesce a crederci. Lei decide di fare qualcosa, crede che può andare nella parte oscura della Luna e può convincere il padre che l'amore è eterno. Preparate i fazzoletti perché ci saranno molte lacrime, ci sono otto canzoni bellissime. È il più bel film che abbiamo mai realizzato. In autunno uscirà su Netflix".
L'animatore statunitense ha raccontato anche del suo rapporto con Koby Bryant, con il quale è stato protagonista di "Dear Basketball", cortometraggio d'animazione che ha vinto l'Oscar: "La cosa fantastica di Koby Bryant non era tanto l'abilità di atleta ma la voglia di imparare. Aveva questa sete di conoscenza che ha fatto la differenza e che ho imparato da lui e che mi resta dentro".
"Non nascondiamo i nostri difetti, cerchiamo di accettarci per come siamo". È stato l'invito che ha rivolto l'attrice Benedetta Porcaroli, che ha incontrato i giovani giurati del Festival. "Quello del body shaming è un argomento che inizia a innervosirmi. Soprattutto sui social, tutte abbiamo la cellulite. Facciamo un movimento intellettuale che vada oltre i filtri e solo così possiamo cambiare insieme". Il ruolo di Chiara, nella serie "Baby", che racconta lo scandalo delle baby squillo dei Parioli, è il personaggio che la 22enne romana sente più suo. "Da bambina frequentavo quelle zone e quando mi hanno proposto questa serie ero contenta. Da una parte c'era un forte coinvolgimento e dall'altra quella voglia di rendere giustizia a una vicenda così complessa. Non immaginavamo un successo così travolgente, il lato malinconico e disincantato di Chiara è forse un po' lo stesso mio", ha spiegato.
E poi alla domanda su quale sia l'esperienza che l'abbia maggiormente influenzata ha raccontato: "Sicuramente il cinema e la tv hanno un approccio diverso. La serialità sta prendendo il sopravvento. 'Tutto può succedere' mi ha formato ed è stato una scuola di vita ma 'Baby' mi ha dato la possibilità di essere conosciuta in tutto il mondo e di interpretare un ruolo femminile molto complesso e intenso". Ai giovani di Giffoni, l'artista ha raccontato anche che "non avevo mai pensato di fare l'attrice . È stata la mia salvezza, non mi aspettavo tutto quello che mi è successo e ripensarci mi fa un effetto strano. Un provino per una serie e il mese dopo hai un contratto di esclusiva per quattro anni. Mi sono ritrovata su un set senza immaginare minimamente quello che sarebbe successo, è stato un meraviglioso salto nel vuoto".
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