La lite tra vicini in un condominio è un classico, ma quando c'è di mezzo un bambino, per giunta autistico, è decisamente antipatica. E' successo a Ostia, in provincia di Roma, dove a scatenare le ire di una donna sono state le bolle di sapone fatte dal piccolo Brando, di 8 anni. La quantità di acqua saponata che colava sul suo terrazzo ha fatto imbufalire la condomina che prima ha fatto mandare una lettera dall'avvocato e poi ha allertato la polizia locale.
Una passione, quella per le bolle, che accompagna il bambino da sempre ma che si è sviluppata soprattutto nel periodo del lockdown, quando, senza la possibilità di uscire di casa, è diventa un modo come un altro per evadere con la fantasia. Il problema si è innescato per una certa quantità di acqua colata sui balconi sottostanti.
"Purtroppo durante l'emergenza Covid Brando ha iniziato a essere ogni giorno sempre più triste così ho dovuto fargli fare più bolle di sapone del dovuto - ha raccontato la mamma del bimbo intervistata dal "Messaggero" -. Molte bolle, però, non vanno lontano ma cadono giù dalla condomina del piano terra". E qui iniziano i guai. La vicina appare tutt'altro che accondiscendente e si lamenta per quell'acqua saponata che le sporca il terrazzo rischiando pure di farla scivolare. Prima fa inviare una lettera a firma del suo avvocato, poi dedica di chiamare la polizia municipale che esce per un controllo. La cosa si risolve per il momento con un'ammonizione ma se non si risolverà il problema entro una decina di giorni scatterà la multa.
"È anche una questione di dignità – conclude mamma Francesca, – quelle parole, l’arrivo dei vigili urbani mi hanno umiliata. Mi sono sentita come se io e mio figlio fossimo dei criminali”.