Coronavirus scuola, un prof su tre non vuole fare i test sierologici
Screening previsto dal 24 agosto al 7 settembre per 2 milioni di lavoratori. I test sono su base volontaria
Si registrano le prime difficoltà per lo screening, previsto dal 24 agosto al 7 settembre, per 2 milioni di lavoratori della scuola. Un terzo dei professori, infatti, si rifiuta di fare i test sierologici, che sono su base volontaria. Difficoltà organizzative anche per i medici di famiglia che rinviano alle Asl o per i kit arrivati incompleti.
In alcune Regioni, intanto, sono arrivati i primi dati sui risultati: 16 professori positivi in Veneto, 12 in Lombardia (tra Varese e Como), 20 in Umbria, 4 in Trentino. Questi docenti, secondo il protocollo stilato dal ministero della Salute. saranno in isolamento volontario in attesa del tampone.
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Dubbi da parte del presidente dei presidi nel Lazio, Mario Rusconi: "Bisognava fare test obbligatori, anche agli studenti del triennio delle superiori: è stato un clamoroso errore renderli facoltativi. Bastava un provvedimento del governo, come ne sono stati fatti molti altri in questi mesi".
Miozzo (Cts): "Avrei reso obbligatori test ai prof" "Avrei reso obbligatori i test sierologici ai docenti questo in virtù della certezza propria e di chi sta attorno per un senso di responsabilità. E' una procedura invasiva che deve avere un percorso normativo, ma siete voi i rappresentanti del parlamento". Lo ha detto in Commissione Istruzione alla Camera il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. "Nel corso dell'anno scolastico abbiamo immaginato ci siano dei cluster, dei campioni sia per docenti che per gli studenti. E' una raccomandazione che il comitato ha già immaginato di poter dare e sostenere".
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