Wonder Boy, quando SEGA scatenò il suo ragazzino biondo con asce e skateboard
A poche ore dall'annuncio del nuovo episodio Wonder Boy - Asha in Monster World, ripercorriamo insieme la storia di uno dei franchise videoludici più amati
Una cosa molto bella del mondo dei videogame è che ogni tanto capitano delle gran belle coincidenze. Come oggi, quando poco dopo aver messo in stesura un articolo sullo storico Wonder Boy di SEGA viene annunciato un suo seguito, Asha in Monster World, la cui presentazione ufficiale avverrà durante la Gamescom 2020. In effetti col tempo questa saga risalente al 1986 - anno meraviglioso per il nostro hobby, che ci ha portato capolavori del calibro di Out Run e Bubble Bobble - è radicalmente cambiata, tramutandosi in una serie di action-RPG molto ben fatti ma assai lontani dal capostipite.
Ed è proprio di quello invece che parleremo oggi, dell’originale Wonder Boy firmato da Ryuichi Nishizawa (che ne fu anche compositore). Esatto, proprio del gioco dove il bimbo coi capelli biondi si fa strada a colpi di asce di pietra verso la sua amata ragazza, rapita dal Dark King, uno strano omaccione col vizio di cambiare testa all’occorrenza.
Negli anni d’oro delle sale giochi la concorrenza era decisamente spietata e di platform-game a scorrimento ce n’erano decisamente tanti: si tratta di un genere che negli anni ‘80 ha già ricevuto un paio di gradevoli scossoni con videogame come Pac-Land (1984) e soprattutto da Super Mario Bros. (1985), videogame che hanno completamente stravolto il concetto di “personaggio colorato che salta qui e lì”.
C’è comunque ancora spazio per farsi strada a colpi di qualità e creatività e Wonder Boy ci riesce, stregando subito i videogiocatori con la sua formula decisamente semplice: controllando il ragazzino del titolo dobbiamo infatti percorrere una serie di livelli a scorrimento che ripetono una precisa sequenza (foresta, mare, caverna, castello) per trovarci di volta in volta di fronte a una delle incarnazioni di Dark King, il tutto per sette volte, al termine delle quali completeremo finalmente l’avventura.
Quello che rende Wonder Boy accattivante è innanzitutto il semplice sistema di controllo: il protagonista può infatti semplicemente camminare e saltare, risultando indifeso nei confronti dei diversi nemici che incontra (ragni, serpenti, lupi e quant’altro). Per sua fortuna sul cammino incontra delle grosse uova che contengono bonus in grado di aiutarlo nella missione: il più frequente è una pratica ascia di pietra da lanciare contro i nemici, l’unica arma a disposizione nel gioco. Altre volte aprendo un uovo troveremo un fiammante skateboard da usare per superare in agilità i livelli e magari difendersi dai nemici, dal momento che è in grado di assorbire un colpo altrimenti letali.
Più raramente troveremo una provvidenziale fatina che baderà al nostro protagonista per una manciata di secondi, rendendolo invulnerabile. Da notare che, proprio come in Super Mario Bros, mantenendo premuto il tasto di attacco potremo far accelerare la corsa al nostro ragazzino, un’opzione utile sia per effettuare manovre più rapide, sia per evitare di rimanere a secco di energia: un apposito indicatore nella parte alta dello schermo indica infatti quanta “stamina” possiede ancora il protagonista e dovremo raccogliere costantemente frutta lungo il livello per evitare di perdere una delle nostre preziose vite.
Wonder Boy è un videogame retto da un gameplay ciclico confezionato molto bene: ogni singola piattaforma è posizionata secondo un eccellente level design ed è possibile “apprendere” per bene i livelli così da terminarli in tempi sempre più ristretti - guadagnando relativi bonus più corposi. Inoltre in ciascun livello è nascosta una bambolina e raccogliendole tutte e ventotto si accede a quella che è effettivamente l’area finale del gioco, l’ottava, contenente il vero finale.
Qualcosa che ben pochi, probabilmente, all’epoca videro. Wonder Boy è anche una gioia da vedere, grazie alla grafica colorata e con sprite grossi e definiti, e da ascoltare, con una colonna sonora che entra subito in testa. Grande successo in sala giochi, fu poi convertito su molte piattaforme “home” dell’epoca, tra cui SEGA Master System e Commodore 64: su quest’ultimo la conversione risultò particolarmente ben fatta e fedele.
Pur a fronte del successo del gioco, SEGA pensò di usarne il nome per sviluppare dei seguiti del tutto differenti, a partire da Wonder Boy in Monster Land, dove il protagonista è armato con spada, scudo, bombe e incantesimi: i tempi dello skateboard erano purtroppo finiti, sebbene chi ancora volesse un videogame simile ha potuto trovare rifugio nella lunga serie di Adventure Island creata da Hudson Soft e nata proprio da una rielaborazione di Wonder Boy.
Chi volesse invece provare oggi le gesta di Wonder Boy può farlo spendendo pochi euro su PC, PlayStation 4 o Switch per acquistare Wonder Boy Returns, versione riveduta e aggiornata del gioco con tanto di completo restyling grafico.
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