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Coronavirus, Speranza: "Non c'è bisogno di lockdown e chiusura delle regioni"

Per il ministro della Salute siamo di fronte a "una diffusione del contagio e non a un'esplosione"

Ansa

Dopo l'aumento dei casi di coronavirus, Roberto Speranza ha lanciato un appello alla calma. Per il ministro della Salute, l'Italia "non si trova in una situazione che richieda lockdown e blocchi regionali". Speranza ha assicurato che la situazione è "diversa" da quella della prima fase dell'epidemia e, poiché l'età media dei nuovi contagiati è di trent'anni, "molti non hanno nemmeno bisogno di cure".

I reparti di terapia intensiva, ha spiegato il ministro a Repubblica, sono "lontani da un pericolo di saturazione". Ma, per cercare di contenere il ritmo dei contagi e impedire che l'età media si innalzi, "l'appello è alla responsabilità, soprattutto dei giovani".

Speranza ha aggiunto che a marzo era stato deciso il primo lockdown "perché ad un certo punto abbiamo avuto la sensazione che andasse in collasso il servizio sanitario. In Italia avevamo 5mila posti di terapia intensiva, ora sono raddoppiati. La valutazione mia e dei colleghi europei è che non avremo questa ricaduta, quanto più riusciremo a tenere in salvaguardia gli anziani e i più fragili". Inoltre, per fare "una zona rossa deve esplodere un territorio. E non lo vedo. Vedo una diffusione e non un'esplosione".

Bisogna affrontare questa fase è necessario rialzare "il livello di attenzione sui comportamenti individuali, cioè mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani". I ragazzi, "soprattutto loro, insomma hanno l'obbligo di coltivare il dovere della responsabilità".

La riapertura della scuole il 14 settembre "è letteralmente un banco di prova". Un Paese democratico ed evoluto "non può fare a meno di un bene primario per le generazioni più giovani". Le scuole verranno riaperte "adottando le misure di massima sicurezza. Faremo i test a chi lavora negli istituti". Sugli studenti "faremo dei controlli a campione". Per Speranza inoltre va rilanciata l'App Immuni: "Posso garantire che è uno strumento non invasivo". 

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