Golpe in Mali dove un gruppo di militari ha arrestato il presidente Ibrahim Boubacar Keita e il premier Boubou Cisse dopo una giornata convulsa in cui erano circolate notizie di un colpo di Stato in corso. Il golpe sarebbe partito dalla capitale maliana Bamako e sarebbe guidato dal colonnello Diaw dopo le proteste popolari seguite alle contestate elezioni.
I militari dietro l'arresto "Il presidente e il premier sono sotto il nostro controllo", ha annunciato in serata uno dei leader dei militari ammutinati precisando che i due sono stati prelevati dalla casa di Keita, a Bamako. Secondo un'altra fonte dell'esercito, presidente e premier sono stati fatti salire a bordo di un veicolo blindato diretto a Kati, la città a 15 chilometri dalla capitale dalla quale è partito il putsch. Qui, già epicentro del golpe del 2012, i militari hanno preso il controllo di una base strategica sparando alcuni colpi in aria. A nulla sono valsi gli appelli del premier alla calma e al dialogo. L'ambasciata italiana a Dakar "in considerazione degli sviluppi odierni della situazione" raccomanda "a tutti coloro che si trovano a Kati e a Bamako di rimanere in casa".
La condanna di Macron e dell'Ue Il golpe è stato confermato dal governo del Mali e da fonti dell'Unione africana. Solo un'ora prima che uscisse la notizia del suo arresto, Cisse aveva manifestato la disponibilità a impegnarsi in "un colloquio fraterno" con i militari "per spazzare via tutti i malintesi". Il presidente francese Emmanuel Macron ha subito condannato "il tentativo di ammutinamento" e ha chiamato i presidenti dei Paesi vicini per discutere della crisi. Anche l'Unione europea ha "condannato con forza" il colpo di Stato, rifiutando "ogni cambiamento anti-costituzionale" che "non può essere in nessun caso una risposta alla profonda crisi socio-politica che sta spaccando il Paese". L'Onu ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza.
La pesante crisi in Mali Nel Paese la tensione è alta da settimane. Le opposizioni, riunite nel Movimento 5 giugno, da due mesi chiedono le dimissioni del 75enne Keita, in carica dal 2013, e la creazione di un governo di unità nazionale per far fronte alla povertà dilagante aggravata dall'emergenza coronavirus e dalle violenze jihadiste che il presidente è accusato di non saper controllare. A fine luglio una missione dei presidenti di Senegal, Costa d'Avorio, Ghana, Nigeria e Niger si era conclusa senza un accordo. Il Movimento 5 Giugno ha continuato a respingere ogni proposta di intesa con il governo, ribadendo la propria richiesta di dimissioni di Keita.