La lotta al coronavirus vede sempre più protagonisti robot e automi, utilizzati spesso nella vigilanza degli assembramenti di persone, sia dall’alto che direttamente sul terreno. La star della vigilanza via terra è sicuramente ‘Spot’, il cane robotico sperimentato a Singapore, mentre i droni vigilano dall’alto, contribuendo a mantenere il distanziamento sociale, tra i metodi più efficaci per evitare la diffusione del Covid-19, ancora lontana dal terminare dopo tutti questi mesi.
IL CANE SPIA
Il robot a quattro zampe è inoltre equipaggiato con uno speciale software per il conteggio delle persone incontrate durante le sue ‘passeggiate’ al parco, fornendo così all’amministrazione dati in tempo reale sull’affollamento dei parchi. Spot è controllato da remoto ma non esegue riconoscimenti facciali, spiegava l’amministrazione di Singapore, rispondendo così ai timori per la privacy dei cittadini. Prevedendo una reazione di nervosismo da parte dei cittadini, la polizia ha avvisato i cittadini dell’impiego del robot nei parchi, oltre che pregando di rispettarlo senza provare a cavalcarlo, visto che può trasportare non più di dieci chili.
I DRONI VIGILANO DALL'ALTO
La diffusione del coronavirus ha portato ad un’impennata delle richieste di apparecchi robotici da parte delle forze dell’ordine di tutto il mondo, informa il settimanale inglese New Scientist da Matthew Guariglia della Electronic Frontier Foundation. La polizia indiana sta utilizzando droni e intelligenza artificiale per sorvegliare i cittadini e in sei città del Punjab sono già attivi diversi droni con l’obiettivo di vigilare piazza, mercati e parchi. Questi droni utilizzano una telecamera ad alta risoluzione che gli permette di individuare gli esseri umani fino a 1 chilometro di distanza, mentre un software analizza le immagini in tempo reale e calcola la distanza tra le persone per verificare gli assembramenti, avvisando la polizia che in questo modo può intervenire in maniera rapida.