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Bielorussia, l'Europa si muove: venerdì consiglio Esteri straordinario | Ancora scontri nella notte e decine di feriti

Bruxelles minaccia misure contro i responsabili delle violenze denunciando elezioni "né libere né eque". Ministero: spari su manifestanti armati di spranghe. Fermato e rilasciato reporter italiano

Il caso delle elezioni in Bielorussia finisce sui tavoli europei. L'Alto rappresentante della politica Ue, Josep Borrell, ha convocato un consiglio Esteri straordinario per venerdì pomeriggio. Lo scopo è "discutere questioni urgenti" tra cui "le presidenziali in Bielorussia e gli sviluppi in Libano". Lo stesso Borrell aveva già definito il voto bielorusso "non libero e non equo" arrivando a minacciare possibili sanzioni da parte dell'Europa. 

"Violenza sproporzionata" - In una dichiarazione a nome dei 27, Borrell aveva precisato che Bruxelles potrebbe prendere in esame misure contro "i responsabili delle violenze, gli arresti ingiustificati e la falsificazione dei risultati elettorali". E aveva chiarito: "Il popolo bielorusso si merita di meglio", denunciando "una violenza sproporzionata e inaccettabile da parte delle autorità statali" chiedendo la fine della repressione e il "rilascio immediato e incondizionato di tutti i detenuti". 

Nuovi scontri nella notte, seimila arresti in tre notti di protesta - Nella notte ci sono stati nuovi scontri nel Paese, con un bilancio di decine di feriti secondo il ministero della Salute e di 6mila arresti nelle tre notti di protesta: tremila lunedì notte, altri 2mila martedì e infine un migliaio la scorsa notte. Le manifestazioni si sono svolte in 25 città bielorusse martedì e durante la notte, ha detto all'Associated Press la portavoce del ministero dell'Interno Olga Chemodanova. Migliaia di persone hanno manifestato a Minsk e in molte atre città per tre notti consecutive per contestare i risultati delle elezioni e la polizia schierata per interrompere le proteste ha usato manganelli, granate assordanti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma.  

Il ministero dell'Interno ha spiegato che gli agenti hanno aperto il fuoco contro alcune persone che protestavano a Brest, nel sud-ovest del Paese, dove uno dei dimostranti è rimasto ferito secondo l'agenzia Interfax. Il ministero precisa che gli agenti hanno sparato per difendersi dopo essere stati "attaccati da un gruppo di cittadini aggressivi che avevano in mano spranghe di metallo". La polizia bielorussa è stata accusata di ricorrere alla violenza per cercare di reprimere le proteste di questi giorni. 

Fermato e rilasciato anche un reporter italiano - Anche un giornalista freelance italiano, Claudio Locatelli, è stato fermato, ma è già stato rilasciato e si trova ora nell'ambasciata italiana a Minsk, riferisce la Farnesina. "Sono stato brutalmente arrestato dalla polizia militare e dopo tre giorni senza cibo e con poca acqua sono libero. Sto bene", racconta in un video girato nell'ambasciata e postato su Facebook. "L'Italia ha fatto un gran lavoro", ha poi aggiunto riferendosi al suo rilascio. Almeno una trentina i reporter arrestati durante le proteste, secondo l'Associazione bielorussa dei giornalisti. 

Molti feriti temono di farsi curare - Il gruppo bielorusso per i diritti umani Viasna denuncia che molti hanno paura di cercare assistenza medica, temendo di essere perseguiti penalmente per aver partecipato alle proteste. "Sappiamo che gli operatori sanitari sono obbligati a denunciare le persone ferite alla polizia e i medici vedono i manifestanti non come vittime ma come nemici della stabilità del Paese", ha detto l'avvocato di Viasna, Pavel Sapelko.