Immediate le reazioni alle dimissioni del ministro Federica Guidi, con il M5s che punta il dito anche contro il ministro Maria Elena Boschi. "Come la Guidi - sostiene il capogruppo Cinquestelle in Senato Nunzia Catalfo - ha le 'mani sporche di petrolio': come si evince dalle intercettazioni, lei stessa fu d'accordo nell'inserire l'emendamento incriminato nella Legge di Stabilità e in ogni caso il maxi emendamento finale porta la sua firma".
E Beppe Grillo rincara la dose sul suo sul blog: "Le dimissioni del ministro Guidi sono un'ammissione di colpa, Boschi e Renzi fanno l'interesse esclusivo dei loro parenti, amici, delle lobby e mai dei cittadini".
Gianluca Buonanno, europarlamentare della Lega, spiega invece che "con le intercettazioni che hanno colto la ministra Guidi con le mani nella marmellata si capisce bene perché il Governo non vuole che la gente vada a votare al referendum sulle trivelle". Fosse stato un altro Governo erano già in piazza a gridare al colpo di Stato e all'ambiente inquinato per affari, e a fustigare i ministri. Invece ora che è la sinistra la protagonista tutto diventa normale e legale. Neppure Chavez in Venezuela faceva così".
Dal Pd Gianni Cuperlo chiede che sia fatta "assoluta chiarezza" e osserva che "forse serve un tagliando del governo: vedo troppo familismo in giro, troppo potere in poche mani", dichiara.
Le dimissioni vengono accolte come "doverose" da Giorgia Meloni e "opportune" da SI. Solo il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi spende parole contro le intercettazioni, "vulnus della nostra democrazia". Ma alle opposizioni il passo indietro di Guidi non basta. "E' l'ennesimo, mostruoso conflitto d'interesse di questo governo. Piu' che Guidi o Boschi la vera responsabilita' e' quella di Matteo Renzi", afferma Matteo Salvini.