Sotto l’Himalaya

In Bhutan alla ricerca dell'Oriente più autentico

Paesaggi di bellezza ineguagliabile, immersi in un’atmosfera mistica e serena. Un festival che è una festa per gli occhi e per la mente

Un paese ricco di misticismo, ancorato a tradizioni ancestrali e a un rispetto totale per l'ambiente naturale. È il piccolo Regno della Felicità, dove il benessere non si misura in Prodotto Interno Lordo ma in Gross National Happiness. I paesaggi sono estatici e lasciano incantati i fortunati che visitano questa nazione. Ecco una proposta interessante studiata apposta per il viaggiatore che non vuole fermarsi all'apparenza delle cose.

I bhutanesi diffidano della ricchezza perché temono i danni che potrebbero derivare alle loro tradizioni culturali e il loro paese è l'unico posto al mondo a possedere una riserva per preservare l'habitat dello yeti, l'abominevole uomo delle nevi coperto di peli e con i piedi al contrario, capace di rendersi invisibile. Il Tucano propone uno straordinario viaggio di 12 giorni in Bhutan - di cui pubblichiamo una sintesi - per un minimo di due partecipanti, per potere assistere alle feste che si svolgono nei monasteri buddisti del Paese. Si avrà quindi l'opportunità unica di osservare i momenti più alti delle liturgie dei cham, queste straordinarie danze rituali capaci di attrarre le comunità dei fedeli anche dalle regioni più lontane.

Arrivo nella mitica Kathmandu - Dopo l'arrivo nella splendida Kathmandu il viaggio prevede uno spostamento a Thimpu, dove si visiterà il “Memorial Stupa”, la Scuola di arti e mestieri, il Museo del tessile e dell'artigianato che raccoglie bellissimi tessuti ed una piccola collezione di libri sulla cultura bhutanese. Nel pomeriggio partenza in direzione di Punakha (70 km: 3 ore circa), l'antica capitale del Bhutan. La strada attraversa il valico himalayano Dochu La (3088 m.) da cui – nelle giornate limpide – si gode una splendida vista sull'Himalaya orientale.

Il festival di Paro - Il periodo più indicato è quello compreso tra ottobre e fine giugno Il viaggio si svolge in altitudine, con il superamento di passi di montagna oltre i 3000 metri. I percorsi vengono effettuati su strade per la maggior parte asfaltate e generalmente in buone condizioni. Le partenze sono state stabilite in funzione del calendario delle più importanti feste e cerimonie. La sequenza di alcune tappe può variare nel caso dei tour realizzati in concomitanza con le feste. Il festival più celebre e noto si svolge a Paro, dove viene srotolata la più grande tangka ( dipinto su enorme tela di cotone) del mondo. L'evento commemora le azioni del grande Guru Rimpoche che vengono rappresentate attraverso le danze in maschera, con una sequenza prestabilita. Vi accorrono gli abitanti dei più sperduti villaggi: un appuntamento religioso e folcloristico da non mancare.

Un tempio a guardia del fiume - Visita del Trongsa Dzong, lo spettacolare edificio a più piani costruito in posizione strategica sulla strada di collegamento tra le regioni occidentali e orientali e che offre - dall'alto della sua posizione - splendide vedute sulla valle del fiume Mangde. Dopo la visita di Trongsa, proseguimento in direzione di Jakar, a 2650 metri di altitudine che si raggiunge dopo aver superato un alto passo di montagna (Yongtong La – 3400 metri). Entrati nella valle di Chhume, è prevista una visita ad un laboratorio di tessitura. Arrivo e sistemazione in un semplice lodge. La valle di Bumthang, un vero santuario spirituale, è un luogo magico in cui l'atmosfera mistica dei suoi monasteri si alterna alla natura idilliaca che li circonda.

L'incredibile Nido della Tigre -Nell'itinerario è previsto di raggiungere il Drukgyel Dzong, rovine dell'antica fortezza dalla quale i guerrieri bhutanesi combatterono contro gli invasori tibetani. Da qui, in condizioni atmosferiche favorevoli, è possibile ammirare la cima incappucciata di neve del Chomolhari. Partenza per un'escursione al monastero Taktsang. L'ambiente nel quale sorge e la sua stessa posizione - è anche conosciuto come il “Nido della Tigre” - fanno di quest'escursione un'esperienza affascinante. In questo luogo di meditazione avvolto in un indecifrabile alone di mistero sarebbe giunto, secondo la tradizione, cavalcando una tigre, Padmasambhava, il “Prezioso Maestro” che introdusse il buddismo in Tibet nell'VIII secolo d.C. (la visita degli interni del monastero non è garantita in quanto l'edificio normalmente è chiuso ai visitatori). Nel pomeriggio rientro a Paro. Tempo permettendo visita dell'antico Kyichu Lhakhang (VII secolo), che domina la valle.